Londra, 1841.
Al numero 5 di Hatton Garden c’è un continuo andirivieni: in quelle semplici stanze si trova una scuola.
Agli allievi si insegna a leggere e a scrivere, si impartiscono lezioni di disegno, aritmetica e geografia.
Gli insegnanti prestano la loro opera gratuitamente, sono persone che regalano parte del loro tempo al prossimo.
E gli allievi? Tra loro ci sono molti adulti e un numero ancor più cospicuo di ragazzini, tutti sono di origine italiana.
I più piccoli sono stati ceduti come schiavi dai propri parenti e vengono impiegati, non senza crudeltà, come suonatori ambulanti di organetto e venditori di figurine di gesso per le strade di Londra, ma un uomo ha a cuore il loro destino.
Si dice che abbia trascinato davanti alle corti di giustizia più di un padrone e ha tanto cara la sorte dei suoi connazionali da aver fondato per loro la Scuola Italiana Gratuita.
I piccoli suonatori di organetto, malgrado le fatiche della vita quotidiana, accorrono in massa alle lezioni.
La scuola ha grande successo, in breve tempo verranno anche introdotte altre materie, tra le quali lo studio della lingua inglese.
Lui, il benefattore, è tra gli insegnanti: ogni domenica racconta ai suoi allievi le vicissitudini della storia italiana e impartisce lezioni di astronomia, materia che considera della massima importanza.
La sua opera, tuttavia, è vivacemente contrastata sia dall’ambasciata piemontese che dal Papa, il quale arriva a concedere un’indulgenza a chi farà beneficenza ad altre iniziative, ovviamente più vicine al pensiero cattolico.
Ma chi è questo filantropo che attira a tal punto l’attenzione delle alte sfere?
E’ l’esiliato più celebre del suo tempo, in casa lo chiamano affettuosamente Pippo, ma il suo nome di battesimo è Giuseppe Mazzini.
La scuola di Hatton Garden
Immagine tratta da “Della Vita di Giuseppe Mazzini” di Jessie White Mario
volume di mia proprietà
Sì, i miserevoli e bisognosi suonatori d’organetto apprendevano la storia da lui, è strana la vita a volte, non è vero?
I contributi economici alla Scuola Italiana Gratuita giunsero da molti rappresentanti della buona società inglese, tra loro anche la vedova di Lord Byron e il filosofo John Stuart Mill, Mazzini stesso spendeva tempo e energie per trovare sostenitori e finanziamenti.
Ad Hatton Garden andò in visita anche lo scrittore inglese Charles Dickens che conosceva bene le dure condizioni del lavoro minorile.
E lì, in quelle stanze, ogni 10 novembre, giorno della fondazione della Scuola, si teneva una sorta di festeggiamento, che contemplava la consegna di premi ai più meritevoli e una cena celebrativa, nella quali maestri e benefattori servivano il pasto a quegli studenti così particolari.
Il racconto di una di queste cene è riportato in una lettera scritta dallo stesso Mazzini e pubblicata tra le pagine della sua biografia scritta dalla sua fedele amica Jessie White Mario.
Mazzini descrive quei volti di persone avvilite dalle circostanze del destino e illuminate di nuova speranza, donata loro da ciò che avevano appreso in quella scuola e così conclude:
E se li aveste uditi applaudire con entusiasmo a quei passi dei discorsi che ricordavano con più amore e con più fervore di speranza d’Italia, avreste sentito come rapidamente potrebbe educarsi il nostro popolo, se invece della mera e morta istruzione che potete dargli in Italia poteste offrir loro, come la nostra natura esige, una parola di vita e di poesia che animasse quell’istruzione.
Questo era Mazzini, una mente lungimirante e potente, animata da una passione inestinguibile.
L’opera da lui fondata per combattere l’analfabetismo tra gli italiani a Londra continuò per diversi anni, anche durante le assenze del patriota dalla capitale inglese.
I suonatori di organetto, i venditori di statuine di gesso e dalla loro parte un patriota.
E questo frammento di storia che certo meriterebbe di apparire sui libri di scuola.
Già, se non avessi terminato con quell’ultimo rigo, l’avrei scritto io uguale uguale.
Già…ed entrambe abbiamo l’assoluta certezza che questo non accadrà, purtroppo. Vero, Cla?
Non conoscevo nulla di tutto questo. Di Mazzini scolasticamente parlando ricordo poco…il ripasso lo faccio qui da te 😉 Cultura è anche uscire dalle pagine di ammuffiti libri di storia ed appassionarsi all’umanità di chi ha vissuto quegli eventi. Mai pensato di organizzare conferenze su questi argomenti appassionanti? Scommetto che qualche insegnante ti precetterebbe più che volentieri! Chissà se almeno a Londra c’è una targa per Mazzini al 5 di Hutton Garden?…
Apro questo post e mi accorgo quattro anni dopo che non ti ho risposto… meglio tardi che mai, Viv.
Sì. la targa penso che ci sia! Un bacione cara!
Un’altra delle tue mirabili chicche di storia!
Grazie Miss Fletcher, un grande baciotto Susanna
Mazzini è uno di quei personaggi che mi riprometto sempre di scoprire un po’ di più. Ovviamente la lista è immensa ed io mi perdo…
Grazie per questo post Miss!
Grazie a te di aver apprezzato.
Anche io ho una lista immensa di personaggi da scoprire, cara.
Mamma mia Miss che post! Bravissima! Hai perfettamente ragione, questa storia andrebbe raccontata! Ma meno male che ci sei tu! Un bacio storico!
Un bacio storico? Che bello, grazie tesoro, del bacio e dei complimenti!
Ciao Miss….
Fantastico!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
Sì, Vale, un precursore e un uomo lungimirante, dovremmo tutti essere fieri di lui.
senza un grande senso etico, nessuna iniziativa ha un significato, e il mazzini è stato, in questo senso un esempio assoluto, quasi paradigmatico
anche il nostro tempo, dove tutto sembra regolato dall’orologio della finanza, deve ritrovare il senso etico, il valore della dignità di ogni cittadino, che non puo’ essere considerata solo un costo, una voce a bilancio
grande il mazzini
Un grande italiano.
L’ho riscoperto da adulta, quando andavo a scuola per me lui era un personaggio come molti altri, certo importante ma non così affascinante.
L’ho capito dopo il suo grande valore.
Decisamente la Storia con la S maiuscola, grazie.
Grazie a te, sono contenta che ti sia piaciuto.
Grazie e complimenti per l’articolo. Vorrei solo aggiungere una cosa: forse intendevi dire che gli premeva insegnare la geografia (e non l’astronomia), visto che tra i ragazzini italiani che suonavano l’organetto per le strade, quelli romagnoli non sapevano nemmeno dove fosse Como (una delle altre aree di provenienza della comunità italiana) e viceversa. Inoltre gli serviva per insegnare cosa fosse l’Italia geograficamente e diffondere l’ideale di nazionalità. Ho visitato spesso sia Hatton Garden che tutte le zone in cui è passato Mazzini a Londra (comprese le tre case ancora esistenti), e ogni volta mi viene in mente che tutti i soldi che riceveva dalla madre o da altri, li usava per aiutare gli italiani squattrinati che gli chiedevano aiuto, rimanendo sempre in bolletta: proprio il contrario dei politici attuali.
Ed è proprio perché non aveva i soldi per pagare i mezzi pubblici (allora gli omnibus) che si spostava sempre a piedi, spesso perdendosi per la città, ma riuscendo così a conoscere il problema dello sfruttamento dei bambini italiani.
Ciao, benvenuto e grazie a te del tuo commento!
No, intendevo proprio astronomia, sono parole dello stesso Mazzini riportate nel libro di Jessie White Mario.
Dice che insegna storia e astronomia elementare, anche geografia come tu dici, l’ho scritto all’inizio del post.
Che bello che hai visitato tutte le case londinesi di Mazzini, ti invidio proprio!
E condivido pienamente ogni cosa che hai scritto su di lui, altri tempi e ben altre personalità!
A presto!
Pingback: Mrs Eliza Fletcher, l’amica di Mazzini | Dear Miss Fletcher
Miss, in tutti i moti rivoluzionari ottocenteschi sono esistiti personaggi integerrimi, come il “tuo” e nostro Pippo (tenerissimo nomignolo confidenziale)… nelle lotte argentine per l’indipendenza dalla Spagna, ricordo Manuel Belgrano (creatore della bandiera argentina), una sorta di pensatore e uomo d’azione, visto che era Generale e aveva combattuto parecchie battaglie… rifiutava i compensi che gli spettavano, affinchè servissero per costruire scuole… era ricordato come “el patriota que muriò pobre”… tanto, è vero che l’ultimo dottore che lo visitò in punto di morte, lo pagò con il proprio orologio, unico bene che gli era rimasto… durante la naja, non immagini la mia sorpresa, quando in una piazza di Genova, avevo letto il suo nome sul basamento di una statua equestre…
Caro Sergio, a proposito del monumento a Manuel Belgrano ho in serbo una vera chicca, sai, l’ho trovata in uno dei miei vecchi libri, la leggerai presto.
Buona domenica a te.