Le mie disavventure rivierasche

Diverso tempo fa, ages direbbero gli inglesi, ero solita fare certe uscite serali con un caro amico, che è persona assai peculiare.
Mi spiego meglio: il mio amico è un tipo pieno di stile, uno che cura la forma e la buona educazione.
Ha anche un’innata passione per tutto ciò che è militare, appartiene lui stesso ad un corpo dell’esercito, se non sbaglio ha qualcosa a che fare con la Cavalleria.
Come sapete, le divise offrono grande soddisfazione alla vanità maschile, ah sì!
Entro certi limiti, però, e c’è modo e modo per far sfoggio di certa eleganza.
Quella sera ci eravamo accordati per due chiacchiere davanti a un bicchiere, a Portofino.
Niente male come scelta, no?


Bene, per una serie di circostanze, il mio amico si presentò con un abbigliamento abbastanza fuori dal comune.
Ecco, adesso vi prego di usare un po’ di fantasia ed immaginare questa strana coppia che parte alla volta della riviera.
Giovani, carini, beneducati ed universitari.
Lei indossa una minigonna nera, calze coprenti e scarpe con la zeppa.
Lui, il mantello.
Un mantello turchese, con tanto di ammennicoli dorati, decorazioni varie ed abbinato cappello d’ordinanza.
Metri e metri di stoffa color del cielo!
E capirete bene che in queste condizioni sia un po’ difficile passare inosservati!
E se qualcuno si volta a guardare, non è per ammirare la fanciulla di turno, come normalmente dovrebbe accadere, bensì è per lo stupore di vedere un tizio abbigliato in siffatta maniera.
Chi sarà costui che incede altero e regale con cotanto mantello sulle spalle?
Oltre tutto il mio amico sfoggia queste mise con totale nonchalance.
E io mi ricordo di noi due che camminiamo per la piazzetta di Portofino, soprattutto ho incisa nella memoria l’immagine di lui che avanza fierissimo,  come se nulla fosse.
E intorno sguardi attoniti si posavano su di noi, una scena veramente imbarazzante.
Andammo in un localino molto mondano e molto a la page, d’altra parte eravamo a Portofino, mica in un posto a caso!
E così ci accomodammo a un tavolino, due chiacchiere, una bibita e poi di nuovo fuori, sul molo a passeggiare.
Accanto a uno che sembrava il principe azzurro e che si pavoneggiava baldanzoso nel suo elegante mantello.
Per fortuna c’era poca gente, ma quei pochi mi son bastati!
Quando giunse il momento di rincasare, ci avvicinammo verso la macchina.
Breve postilla: parcheggiare a Portofino, in qualunque stagione, è impresa non da poco.
O meglio, ci sono i posteggi a pagamento, attualmente il costo del parcheggio coperto ammonta ad Euro 5.50 l’ora, così, tanto per dire.
Secondo voi il mio caro amico di tante scorribande cosa aveva pensato bene di fare?
Ma ovviamente aveva lasciato la macchina in un posto dove mai e poi mai bisognerebbe posteggiare, men che meno a Portofino, dove ti aspettano al varco per darti la multa.
Così quando arrivammo all’auto, mentre lui ondeggiava vanitoso nel suo principesco mantello, vedemmo i  Carabinieri palesemente infastiditi venirci incontro e ci fu, per così dire, una sorta di pacata discussione tra le competenti autorità e il principe azzurro che, ricorrendo a tutte le sue ben note capacità oratorie, riuscì a sfangare qualunque tipo conseguenza.
Io però mi ricordo benissimo la faccia del giovane carabiniere che dialogava con il mio amico, che tutto sussiegoso si profondeva in improbabili giustificazioni.
Quell’altro, il carabiniere, lo guardava con un’espressione nella quale colsi una sorta di attonito stupore frammista ad un palpabile senso di commiserazione.
Francamente per un attimo ho temuto che ci arrestassero o che chiamassero un’ambulanza con le pareti imbottite per rinchiuderci entrambi in un posto sicuro, dal quale non saremmo usciti mai più!
Lasciammo Portofino con tante scuse, senza alcuna conseguenza, grazie al cielo!
Ogni volta che ripenso a quell’episodio, mi viene da ridere, mi ero divertita da pazzi, mi bastava poco, forse!
Beh, quasi quasi chiamo il mio amico, sì.
E’ giunta l’ora di rimettersi il mantello e di tornare laggiù, a Portofino.
E vedere l’effetto che fa.

42 pensieri su “Le mie disavventure rivierasche

  1. Ed un Principe Azzurro così bislacco ce lo siamo lasciati scappare?!? 🙂
    Esilarante Miss… ho letto tutto d’un fiato ma ero certa che quando parlavi del ritorno alla macchina, ti riferissi piuttosto ad un cocchio trainato da cavalli bianchi!
    Troppo forte sta ragazza ed il suo Cavaliere!
    Bacini e buon fine settimana
    Susanna

    • E’ un mio carissimo amico, con il quale mi diverto sempre parecchio!
      In effetti un cocchio trainato da cavalli bianchi ci sarebbe stato proprio bene, cara Susa 😉
      Un bacione e buon fine settimana a te!

  2. E’ sempre un piacere leggerti Miss Fletcher. Sembrava quasi di essere in una favola. Ma questo principe azzurro te lo sei fatto scappare?
    Un abbraccio.
    Stefy

  3. simpatico non poco

    ma non è un vero uomo di classe, perchè un vero uomo di classe fa di tutto per passare inosservato e, nonostante questo, lo si nota da un dettaglio, mai dall’insieme

    egli mi pare più ascrivibile alla categoria degli artisti, degli attori, dei non conformisti, specie umana anch’essa assai gradita

    ma non è un uomo di classe, secondo la mia accezione

  4. Fletcher, il principe azzurro me l’ero perso… ed ora, che la canizie avanza, dov’è finito. Sarà sempre intabarrato come allora? Qui bisogna indagare e scoprire che ne è di tale vestigia del passato…. opus est!

  5. Miss portalo a Londra con tato di mantello, lustrini e cocchio reale…Al fianco della regina riuscirebbe pure a passare inosservato (ma purtropppo gli toccherebbe pagare la multa…)

  6. Miss, ma il tuo amico è speciale! Fantastico! E fanyastica sarai stata sicuramente anche tu con la tua bella minigonna anche se si, immagino che come dici, sarai passata, ahimè, in secondo piano. Io però appoggio la scelta originale del tuo amico, davvero un’insolita mise. E comunque, penso che sia anche stato grazie a quel mantello che i Carabinieri hanno deciso di soprassedere! 😀 Vorrei tanto, ora che hai deciso di richiamarlo, che ci spiegassi come verrà vestito questa volta! Un bacione.

  7. Uhhhhhhhhhhhh,come me lo vedo………col mantello…………..tipico di lui………e mi immagino il carabiniere che avra’ pensato”Ma chi è sto pazzo????”

  8. cara miss Fletcher a cari lettori del blog…il personaggio di cui si parla sono io 🙂 ebbene si…e devo ammettere che leggere il divertente e veritiero articolo mi ha fatto venire la gran voglia di rimettermi quei 10,20 metri di ruota azzurra sulle spalle al più presto.
    cari saluti e complimenti a tutti 🙂

    • Massimo :-)! Finalmente sei arrivato sul blog, che bello!
      Allora quando torniamo a Portofino 🙂 ? Con il mantello, ovviamente! Quanto mi sono divertita quella sera, che risate.
      Per non parlare di quando ci siamo incastonati con la tua macchina in Via Camilla, che ridere.
      Un bacione grande!

  9. Mi pare che la storia di via Camilla meriti decisamente un’altro gustoso articolo, come lo meriterebbe quello di un mio amico con una bottiglia di vodka al melone….miss Fletcher ha molto materiale per i suoi racconti

  10. E’ stata poi scritta la storia di via Camilla ?
    Il personaggio dal mantello a ruota mi fa venire in mente Don Jaime de Mora y Aragon. Anche lui era un grande appassionato di mantelli d’effetto.

  11. Cara Miss Fletcher,mi lasci dire che non vale.E le fotografie del mantello,della minigonna e di tutte quelle meraviglie che ci ha fatto immaginare dove sono.?La prossima volta che va a Portofino con il cavaliere,Don Massimo ,lo chiameremo, vogliamo le foto.Gia’ pregusto la gioia di” vedere ” la scena.Un affettuoso saluto Nicla.

    • Haha, Nicla, lei è troppo simpatica!
      Eravamo giovani, carini e universitari e all’epoca non facevamo foto in continuazione, comunque con Don Massimo ci fatti tante di quelle risate, cara!
      Un abbraccio a lei Nicla, buona serata.

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