Tempo addietro grazie ad un amico ho avuto modo di scoprire ancora una volta un luogo del passato.
Bisogna andare in Via dei Colombo, una creuza di mattoni che sale su da Corso Europa.
E così, a poca distanza da una trafficata arteria cittadina, ci si ritrova a compiere una sorta di balzo nel tempo, semplicemente risalendo una mattonata.
Bisogna arrivare fino in cima, fino alla palazzina gialla.
Ed eccolo il lavatoio dove un tempo andavano a fare il bucato le massaie del quartiere.
A dare uno sguardo a quella salita, forse neanche tanto ripida, ci si immagina la fatica grande di un altro tempo.
Su per la creuza, con la pesante cesta dei panni.
Con il vento, magari.
E sorridendo, comunque.
Era la vita, così diversa dalla nostra.
Come sempre, sul lavatoio è affissa la consueta targa che ricorda delle rigide prescrizioni.
E’ SEVERAMENTE VIETATO
ATTINGERE ACQUA PER USI
NON DOMESTICI
E poi osservi, pensi.
L’inverno, le mani immerse nell’acqua gelata.
La vita di ogni giorno, così diversa dalla nostra.
Un antico lavatoio di Genova, in un luogo inaspettato.
E come sapete non è l’unico, ho già avuto modo di mostrarvi altri lavatoi del levante cittadino, qui trovate quello sito davanti al mare Quinto, qui il lavatoio di Via Romana di Quarto e qui invece c’è una piccola curiosità su Via Priaruggia.
Continuerò questa ricerca, le tracce di un altro tempo sono in molte zone della città.
In un quartiere ormai prevalentemente moderno, tra le case di Via dei Colombo c’è questo antico lavatoio, pietra del passato della vita di ogni giorno, quando la vita era così diversa dalla nostra.
Che pace intorno a quel lavatoio. Come doveva essere diverso in passato con il vociare delle donne, le loro risa e forse i loro pianti. Penso spesso che la vita allora era certamente più dura, ma i rapporti umani più intensi.
Come sempre grazie cara Miss!😘
Anch’io lo penso a volte, cara Anna.
Grazie a te dei tuoi bei pensieri!
Io mi sono appena iscritta e ho provato le stesse sensazioni, come del resto per ogni scritto della nostra Miss. Grazie, non avevo mai trovato nulla che mi facesse commuovere e vivere il passato della mia città in una maniera così limpida, reale, presente, direi, perché ogni racconto è reale, vivo
e mi sento protagonista della storia, come se fossi lì sul posto a viverla. Incredibile.
Speranza, ma che commento meraviglioso, ora sono io che mi commuovo, grazie di vero cuore, io cerco di raccontare la bellezza di Genova e se a voi arrivano sensazioni così belle non posso che esserne felice.
Benvenuta qui Speranza, a presto e buona giornata!
Ma che meraviglia Miss…bravissima…. che bel posto a Quinto la via dei Colombo e il suo piccolo lavatoio, ma importante e ben conservato,tanto da occupare parte della via stessa!!! Via dei Colombo dovrebbe essere la proseguzione di via Sigimbosco un cognome antico che a Genova è sparito o quasi,i Sigimbosco erano anche a Quarto e amici di mio nonno tanto che uno di loro compare nel suo certificato di morte,come testimone dell’evento! ciao carissima che bel regalo un abbraccio!!!:)))
Ma grazie Pino, tu la conosci proprio bene quella zona, devo ancora andare a fotografare le “tue strade” ma non mi sono dimenticata, eh? Un abbraccio grande e buon sabato a te!
Si Miss,contraccambio e grazie del pensiero!!!:)))
Grazie a te caro!
La forza della memoria e dell’amore per la nostra città passano anche da un lavatoio all’altro! Grande Miss! ❤
Grazie carissima, un bacio grande a te!
Ho sempre amato i lavatoi. Quanto ero piccola durante le vacanze in montagna si vedevano ancora le donne con le braccia rosse e screpolate immerse nell’acqua gelida, troppo fredda persino da bere…Peccato che nel tuo lavatoio non ci sia più l’acqua… anche se la sua funzione ormai è decaduta sarebbe la colonna sonora perfetta al post. 🙂 un bacione!
Eh sì, hai ragione!
Anche a Fontanigorda c’è il lavatoio e anch’io ho visto gente fare il bucato nell’acqua gelata, sinceramente non mi sono mai cimentata.
Bacioni cara, grazie!
Vero che le donne faticavano molto ai lavatoi, ma il loro lavoro veniva condiviso con le altre e la fatica pesava di meno ,,,,nostalgia di un mondo che non esiste più!
E forse sì, tu hai ragione, la potenza della condivione non è da sottovalutare.
Grazie Orietta, buona serata.
sei davvero miss Fletcher……..e ci mettiamo dentro anche un po’ di Maigret, per la capacità unica che hai di narrare i paesaggi, i ricordi, le suggestioni del tempo?
I lavatoi mi sanno davvero di infanzia, di estati dalla nonna nelle Marche. Ce n’era uno enorme all’aperto, grande, quadrato. Poi c’erano i lavatoi al ” coperto”, per l’inverno, quando non si poteva certo lavare fuori, con la pioggia, la neve ed in freddo dell’Appennino. Li ricordo benissimo, con le grandi vasche dell’acqua poste sopra. …. E sai una cosa?La struttura entro la quale erano costruiti questi lavatoi coperti, da 25 anni appartengono alla mia casa delle vacanze…….la struttura è il nostro mega- garage, cantina, porta-tutto…..e le vasche dell’acqua sono lì, così come questi lavatoi in pietra, che davvero ne hanno viste tante….Mio madre, quando comprò la casa, volle lasciarli lì. Ho ereditato da lui l’amore per le radici. Emanuela
PS…..scusami per come sono sempre prolissa!!!!!!!…ma è un po’ responsabilità tua e dei tuoi meravigliosi racconti!
Ma io adoro queste tue memorie di famiglia, Emanuela, ti sono molto grata per come li condividi con me e con i miei lettori, certi ricordi d’infanzia sono preziosissimi ed è bello che voi abbiate conservato tutto.
Grazie per le tue belle parole, mi riempiono davvero di gioia!
Un abbraccio Emanuela, buona serata!
Imbattersi in questi lavatoio è un balzo indietro nel tempo. Riempie di nostalgia immotivata, dalla fatica che facevano, dalla vita dura… Eppure la percepiamo come migliore
E’ vero, io la percepisco così eppure so che era davvero molto più faticosa.
Stavo pensando… vita diversa.
Diversa sì, nelle cose pratiche, nella vita materiale.
Ma dentro, la vita intesa come il nostro “vivere”, il nostro “andare avanti”… è diversa? O al di là delle difficoltà quotidiane è sempre la stessa dalla notte dei tempi?
Boh, non lo so… però lascio qui la domanda. Magari qualcuno ha una risposta 🙂
Credo che gli uomini siano sempre uguali, Mauro, nel bene e nel male il nostro sentire penso che sia immutato.
Buona serata a te, grazie!
Bell’angolo di passato, che solo in città come Genova sbuca all’improvviso dietro una curva, in cima a una salita, in fondo alla strada…
Buona serata 🙂
Sì proprio così, bellissimo!
Un bacione cara!
i lavatoi sono stati parenti stretti del panni stesi, e chi vuol bene ai panni stesi, non può che voler bene ai lavatoi (senza dimenticare, in primis, l’immensa fatica delle lavandaie)… fili e mollette, pure loro sono importanti, ma ci paiono meno poetici… addirittura nei commenti di un recente post, una molletta colta in un momento di riposo, l’abbiamo pure presa in giro… che dici, Miss, le chiediamo scusa?
E chiediamole scusa, caro Sergio!
Qui a Genova ci sono diversi lavatoi che ancora non ho raccontato, prima o poi mi piacerebbe farlo.
Abitavo lì, appena sopra, salendo verso Montemoro, fino alle soglie del 2000.
Via dei Colombo perché pare che i genitori di Cristoforo abitassero proprio lì dal lavatoio, nella casetta gialla.
Non ricordo i dettagli…ma proverò a cercare…
Buonanotte a tutti !
Grazie a te Sestilia, buona giornata!