Qualcuno ti dirà che adesso, al posto della storica pasticceria, c’è un supermercato.
Proprio là, in Piazza Goffredo Villa, all’angolo con Corso Paganini.
Guarda bene.
Davvero Morbelli non c’è più da così tanto tempo?
Guarda bene.
La vedi?
Prova a immaginare, magari vedrai anche te stessa bambina con il naso schiacciato contro le vetrine e gli occhi persi nei colori della glassa delle paste.
E il bignè rosa è da sempre il mio preferito, anche quello al cioccolato mi fa gola, invece il bignè alla nocciola ha una tinta troppo smorta per i miei gusti quindi lo lascio sempre nel cabaret, se lo mangino pure gli altri, io voglio quello rosa confetto.
E poi c’è il vassoio con i cavolini di Bruxelles, sono bianchi e leggeri come piccole avventurose mongolfiere, è quasi un peccato metterci le ditina dentro!
Vetrine trasparenti, profumo di zucchero e di infanzia.
E quando ero piccola avrei voluto sbirciare nel retro del negozio, ero certa che in quei luoghi inaccessibili si celassero meraviglie.
E sapete cosa mi colpiva?
La divisa, in qualche modo austera, delle commesse.
Commesse non è certo il termine giusto, loro per me erano delle fatine che conoscevano a menadito preziose formule magiche.
Ed eccomi ancora lì, sono più grande, sono negli anni dell’adolescenza.
E vado ad ordinare la pasta da pane per fare in casa la pizza.
Formule magiche, me lo ricordo come se fosse ieri, questi sono posti dei quali ha memoria chiunque sia cresciuto a Castelletto.
Poco più in là c’è una profumeria, in vetrina espone costosi cosmetici, pinze per i capelli con enormi fiori di stoffa, orecchini, collane e braccialetti.
E poi c’è quel profumo, il mio preferito: Anais Anais, una bottiglia bianca decorata con certi fiorellini dalle sfumature delicate.
E ci sono gli ombretti con il glitter, i rossetti, le matite per gli occhi e per il contorno labbra.
Io quei trucchi li vorrei tutti, naturalmente.
A breve distanza, in Corso Paganini, c’è un piccolo negozio di scarpe.
Ha un‘aria antica, a dire il vero vende più che altro calzature per attempate signore e pantofole di tutti i tipi, non si direbbe un posto tanto attraente per una ragazzina.
Eppure.
Eppure con la mamma ci vado da sempre.
Eppure ho comprato lì le mie prime Superga.
All’epoca non c’erano di tutti i colori come adesso, le ho prese blu ed ecru.
Eppure.
Vedo anche quello che non c’è più.
La cartoleria Gotelli, al suo posto adesso c’è un altro negozio.
Ai tempi delle elementari e delle medie andavamo là a comprare pennarelli e temperini, quaderni, penne e gomme profumate.
E le matite nella scatola di metallo.
E i libricini con le foto da ritagliare per le ricerche, ve li ricordate?
In anni recenti il caso mi ha fatto incontrare una delle commesse della Pasticceria Morbelli, ha ancora i capelli scuri, lo stesso sorriso e mi è parso di vederla ancora con la sua divisa dell’epoca.
Con la mia consueta faccia tosta sono andata a salutarla e lei ha detto che si ricordava di me, così abbiamo parlato dei bei tempi, delle vetrine della mia rimpianta pasticceria, di quel bancone con quelle delizie così invitanti e del pane in cassetta che compravo da loro.
Ho scordato di dirle che da sempre il bignè rosa è il mio preferito.
I ricordi di bambina e di ragazzina hanno qualcosa di incantato. Io adoravo gli animaletti di zucchero e li ho adorati per un bel po’. Ne tenevo uno sulla mensola in camera, un ippopotamino azzurro. Un giorno mi sono accorta che il mio dolcissimo ippopotamo non c’era più! Se l’era mangiato mio fratello (che coraggio, per altro, visto che era depositato là da tempo immemore…). Ci rimasi malissimo, l’avevo comprato con il mio ragazzo un pomeriggio in giro per Monza, in uno di quei negozi tipo quello che hai descritto tu.
E le Superga colorate? Quando avevo quattordici anni girai con mia madre (povera donna) tutti i negozi di scarpe del circondario per trovarle color salmone e non c’erano da nessuna parte, né originali né “tarocco”! Una commessa mi disse che non esistevano… così dovetti accontentarmi di un rosa albicocca…
Ciao, Miss, buona giornata e buona eclissi di sole 🙂
Eh, le Superga colorate, che innovazione vero Tiptoe?
Mi ricordo gli animaletti di zucchero, certo che tuo fratello è stato proprio dispettoso a mangiarsi l’ippopotamo.
Io immagino che glielo ricorderei nei secoli dei secoli, ecco.
Bacioni cara!
Morbelli ! I miei ricordi da bambina. . Io amavo le olandesine .. vedo tuttora la commessa di tanti anni fa, in giro per Castelletto.
E la cartoleria Gotelli, dove compravamo quaderni e penne, di fronte all ‘ attraversamento di corso Carbonara.
La libreria era all ‘ inizio di corso Paganini, e lì portavamo le cedole librarie che ci davano le maestre alla Maria Mazzini. ..
basta così. .
…. I ricordi mi travolgono!
Buona giornata, Miss!
Ma quanti ricordi, cara Shanereel, sono proprio uguali ai miei, sai?
La commessa è indimenticabile ed è rimasta proprio uguale!
Un abbraccio cara amica, a presto.
Davvero! Essere bambine in un ‘epoca meno massificata significa serbare dei ricordi molto particolari e caratteristici.
Se chiudo gli occhi risento il sapore delle olandesine di Morbelli, come una Madeleine. .. la prossima volta che ci vediamo per compito scriviamo i ricordi e li confrontiamo! Ah. .. quelle douce nostalgie! Baci allo zucchero, un po ‘ appiccicosi, da bambine che fanno merenda negli anni ’60 (io) o ’70 (tu )
Cara, facciamolo davvero questo nostalgico elenco, secondo me scopriremo di avere tanti altri ricordi in comune.
Un bacio grande a te!
Promesso, avrà il sapore dei ricordi e il colore. … che colore ha la nostalgia? Forse un azzurro pallido, un celeste chiarissimo. Mi ci metto subito!
Sorseggeremo un the al gelsomino e indulgeremo in un dolcissimo piacere.
Un abbraccio Miss!
Azzurro chiarissimo, secondo me è il colore perfetto, mia cara!
e che dire delle ciabatte, bianche, piatte, con la marmellata, che delizia!!!
Che dolci ricordi, Marco, è vero?
Grazie, benvenuto tra queste pagine e buona giornata a te.
che poi aveva le gocce, quelle di zucchero con il rosolio dentro … per fortuna la pasta di pane per la pizza si può ancora prendere da Tiedo 🙂
miss… ma hai visto la meraviglia che è uscita fuori da Carpi dopo la ristrutturazione???
Ho visto, sì! Tiedo però non c’è più Pier, non lo sapevi? Da qualche tempo c’è un nuovo panificio, hanno ristrutturato tutto e si presenta molto bene, devo provare il loro pane!
I negozi dell’infanzia sono un dolce ricordo. Trattandosi poi di pasticceria… È un peccato che scompaiano
E’ vero, i negozi della nostra infanzia sono impressi indelebilmente nella nostra memoria, impossibile scordarli.
E sanno sempre di buono, anche quando, in fondo, non erano un granchè
Verissimo, accade proprio così mia cara!
Peccato davvero che alcune botteghe e alcuni negozi non ci siano più. Facevano parte della nostra vita. Di alcuni di quei momenti ancora oggi, appunto, indimenticabili. Bel post Miss, mi hai fatto venire in mente le mie di botteghe. Le mie prime uscite, quando mia mamma, per insegnarmi mi mandava da sola dopo aver telefonato lei al macellaio, o al fruttivendolo. Un bacione, buona giornata.
Che bello Meg, un ricordo tenerissimo il tuo!
Un bacione cara, grazie.
È vero quel che scrive Meg! Le mamme chiamavano il bottegaio e poi mandavano i bambini a ritirare oppure ci davano un bigliettino che noi compitavamo attente con la nostra sportina sotto braccio. Ho divagato… anche a me capita di tornare nel quartiere milanese dove sono cresciuta ma ormai non c’è più nessuno dei negozi della mia infanzia, panettiere, cartoleria, polleria…niente, non è rimasto niente! E neppure la mia pasticceria preferita in cui facevano la mitica torta primavera che io adoravo: pan di spagna, crema pasticcera, panna e fragole… Bacioni cara 🙂
Però quei negozi te li ricordi anche tu e molto bene.
E quella torta? Sicuramente la più buona che tu abbia mai mangiato, ne sono sicura, i dolci dell’infanzia restano speciali.
Un bacione a te cara, grazie!
Un magnifico negozio della memoria! Incantato! Anch’io ho i miei dolci ricordi dei negozietti di un tempo, ma non delle pasticcerie perché non sono mai stata particolarmente amante dei dolci! Immagino di averti scandalizzata! 😉 😉
Ma figurati cara! Mia mamma pure detesta i dolci, pensa che quando era bambina naturalmente volevano prepararle la torta per i compleanno e invece lei voleva la… mortadella 🙂
Bacioni cara!
MI ha commosso quella tenerissima rievocazione dei luoghi della nostra infanzia.Morbelli dove compravo la focaccia la mattina come merenda per l’intervallo.C’era un negozio di Morbelli anche in fondo alla lunga scala che conduceva da via Acquarone a Via Oberto Cancelliere ma il luogo delle meraviglie era proprio la pasticceria di Piazza G. villa angolo con Corso Paganini.Subito mi è tornata alla mente anche la cartoleria Gotelli(vi ricordate i pennini delle varie forme che compravamo quando facevamo le elementari alla Mazzini,oggetti preziosissimi da conservare nel portapenne in velluto a coste rosso,regalo della prima Comunione,celebrata in S.Paolo,nella cappella piu’ vecchia dove comunque arrivava il Vescovo ad impartirci la Cresima ,sempre preceduto da un ragazzino vestito da diacono che teneva su di lui una sorta di baldacchino mobile.Meravigliosi ricordi legati ad una ingenua infanzia,senza televisione,senza internet,senza quasi nulla.quando a merenda mangiavamo pane,burro e zucchero.
Quella pasticceria era proprio un luogo delle meraviglie, Nicla!
E i pennini, i pennini me li ricordo benissimo anch’io, a dire il vero credo di non aver dimenticato nulla di quel periodo spensierato e felice, ringrazio di essere stata piccola in quegli anni.
Grazie a te Nicla, ti auguro buona giornata.
Grazie per la bella carellata di ricordi.
Correggetemi se sbaglio, ma mi sembra di ricordare che a fianco di Morbelli, in piazza Villa, ci fosse un macellaio che forse si chiamava Guerrino, poi l’emporio Noli chiamato anche A&O, che teneva in una piccola vasca una magnifica testuggine di mare (oggi sarebbe da galera), e poi la profumeria.
Tutto giusto?
Dal lato di corso Paganini dopo Morbelli c’era la latteria del signor Elio, poi il fruttivendolo, la libreria Ricchetti, un fotografo, il negozio di scarpe, Tuttosport articoli sportivi ed infine il venditore di vasi e terraglie.
E’ un po che manco da Genova, e la memoria potrebbeingannarmi.
Qualcuno può confermare/correggere i miei ricordi?
Grazie
Benvenuto qui, manchi un po’ da Genova ma mi sembra che tu abbia buona memoria!
Dunque, io del macellaio e della tartaruga proprio non mi ricordo, il resto sì, torna tutto.
Che belli i nostri negozi dell’epoca, vero?
Grazie a te!
Parlo degli anni ’60.
Credo che dei 4 macellai della zona Guerrino sia stato il primo a chiudere, e lo spazio venne preso da Noli che allargò il suo emporio.
La tartaruga veniva tenuta dentro il negozio di Noli, in un contenitore di vetro di forma cubica posto in cima ad un frigorifero. Era molto grande per quel contenitore e non riusciva nemmeno a girarsi.
Mi dava una pena terribile.
In che anno ha chiuso il magnifico Morbelli?
Ecco, io mi riferisco a un periodo successivo, degli anni ’60 non ho memoria.
Questa tartaruga ti è proprio rimasta impressa!
Non mi ricordo in che anno ha chiuso Morbelli, comunque ormai è già parecchio tempo!
…….se oggi volevi farmi commuovere ci sei riuscita in maniera perfetta!
non ho altro da aggiungere a tutte la parole lette sopra e sorrido pensando al giorno in cui, andando con Giulia a comprare le superga blu, mi disse ” ma mi porti in questo negozio da vecchie, qua avranno solo le scarpe per te!”…..Lei aveva 7 anni ed io 31!!!!!!
un abbraccio grande e BUONA PRIMAVERA. Emanuela
Eh, Emanuela, quel negozietto ce lo ricordiamo tutti, era una meta fissa per ognuno di noi.
Un abbraccio grande a te cara, grazie di cuore!
….dimenticavo…anche il mio preferito era il bignè rosa! Emanuela
Ecco lì! Quello alla nocciola chi lo vorrà ❤ ?
Che dolci ricordi!!! Da Morbelli facevano la migliore focaccia alla salvia. Non l’ho più mangiata così buona, per non parlare dell’aroma della pasta frolla che preparavano il giovedì e che giungeva magicamente alle aule del catechismo, te la ricordi? Anche Gotelli era un’istituzione soprattutto per gli album delle ricerche. Chissa’ se esisteranno ancora, immagino che con internet siano scomparsi. Non e’ che la Miss ne conserva qualcuno?
Lo sai che ieri sono andata in cantina a cercarli? Secondo me ne ho ancora uno, devo solo trovarlo!
E caspita, è vero, la focaccia con la salvia era buonissima!
Che ricordi Marina, che tempi belli!
Da Morbelli niatri pe-e fèste anavimo a cata i volvan da inpî: partivimo da San Frutoso pe acatali lì!
Da Morbelli noi per le feste andavamo a comprare i vol-au-vent: partivamo da San Fruttuoso per comprarli lì!
Uh, che buoni Isabella, cosa mi fai venire in mente! In casa mia era mia zia che li preparava sempre.
Un abbracico carissima!
Cara Miss Fletcher, ti ho appena scoperto e sono rimasta affascinata dalla tua maestria nel prendere per mano il lettore e portarlo a visitare luoghi che rendi magici e fatati.
Vivo molto lontano da Genova ma il mio cuore è rimasto in un piccolo paesino dell’entroterra di Albenga dove riposa la mia nonna materna.
Un abbraccio affettuoso da una nonna.
Rosanna
Benvenuta cara Rosanna, grazie davvero delle tue belle parole.
Sai, ad Albenga penso di andare presto, è da parecchio tempo che non faccio un giro da quelle parti e mi piacerebbe tornarci.
Un caro saluto a te, ti auguro buona giornata!
Morbelli, cavolini, panna montata…… il subconscio dolce della mia fanciullezza, grazie di aver fatto rivivere questo negozio !!!
A te Nonnananna, grazie di cuore!
Prima di entrare alla scuola Mazzini compravo il chiffaro salato e a volte quello dolce da consumare a ricreazione……….. nessuno ha mai fatto un chiffaro così buono
Eh, la Mazzini, la nostra scuola! I ricordi di quel tempo sono dolcissimi, è vero?
Grazie Patrizia, benvenuta qui e buona giornata a te.
Miss, mi piace molto quando ti racconti…
Grazie Sergio, sei sempre caro!
Morbelli faceva dei dolcetti al cioccolato un po’ speziati che erano la mia passione…ai tempi del liceo scappavamo dal Colombo per fare la merenda li.
La tristezza di vedere morire le strade….io sono cresciuta in via Bari che ricordo piena di negozi e botteghe ora trasformate in garage…i miei avevano il banco di macelleria al mercatino di via Bologna:Elio e Giuse erano un’istituzione.Ora il mercatino è in disuso da anni,ormai fatiscente.Si parla di un’affidamento alla comunità di don Gallo per un laboratorio di riciclo e sarebbe tanto bello veder rivivere un luogo della mia infanzia e giovinezza!
Hai ragione Eliana, è un dispiacere vedere strade che perdono i loro negozi storici, spero che quello che racconti si avveri. Un abbraccio e buona giornata a te.
Cara Miss, tempo addietro ho scritto anch’io un post analogo sulla pagina FB del gruppo “C’era una volta Genova”, ambientato in zona Quadrilatero, essendo cresciuto nelle vie Macaggi, Cesarea, Fiasella, Maragliano, XX Settembre, Colombo e via dicendo.
Ma… In effetti sono nato all’inizio di via Acquarone ed i miei primissimi passi li ho mossi in corso Paganini, tenendo la forte mano del mio povero papà, mancato pochi anni più tardi. Ed i miei primissimi ricordi mi restituiscono un istante proprio con lui, su quei marciapiedi, attento a mettere bene i piedi uno davanti all’altro, e la sua mano calda a stringere la mia, come fossi lì adesso..
Dal Giugno 1971 al Maggio 1976 vivemmo lì, al 3 della suddetta via Acquarone, e malgrado i successivi trent’anni in via Macaggi, ancor oggi ogni volta che mi capita di ripassare per Paganini, il mio cervello reagisce in modo eccezionale, velando i miei occhi con le umide nebbie del Tempo, restituendomi sensazioni uniche, epidermicamente intense come se mi accarezzassero lungo la schiena, per le braccia, a risalire verso il viso, come se sulla guancia scorresse ancora il palmo della sua mano in una carezza infinita che mi manca da sempre indicibilmente.
Ho ricordi confusi o del tutto mancanti dei negozi citati in questo post non avendo consolidato la presenza, ma i flash della memoria di bimbo mi riportano istanti , frazioni, episodi magari futili che però si sono misteriosamente fissati.
Ricordo un fruttivendolo gestito da un’anziana coppia sito all’epoca dove ora vi è la Pizzeria Lupin: ricordo molto vagamente i volti dei due signori, ma con più chiarezza la loro figlia, all’epoca forse appena ventenne, lunghi capelli scuri ondulati, con un sorriso grandissimo che mi è rimasto negli occhi.
Ricordo un negozio di alimentari lì vicino, mi pare dove adesso si trova un’altra pizzeria-farinata accanto alla scalinata che porta alla Farmacia Sant’Anna, con un signore che ricordo alto, robusto, con i capelli scuri che all’epoca sarà stato sulla quarantina, che mi regalava pezzettini di formaggio e le figure di gomma dei formaggini Mio e della Mucca Carolina…
Ricordo l’edicola di giornali collocata sul Ponte davanti alle strisce pedonali a fare all’angolo con via Acquarone e, al posto di dove si trova ora, una piccola stazione di taxi, credo, con una torretta azzurrina a “cappello” con un lampeggiante arancione sulla cima il bagliore del quale una sera mi impressionò, mi stupì tanto da restare anch’esso impresso nei decenni.
Mi ricordo una lavanderia in via Acquarone, lì nel primo tratto a valle della via, in un piccolo slargo fra i palazzi, mentre in tempi recenti un’altra pizzeria da asporto ha preso il posto di un minimarket, sempre in via Acquarone, prima della curva e vicino all’Elettrauto.
E ancora, non visibile da fuori, lo studio della mia Pediatra, dottoressa Priarone, al pianterreno del civico 28 all’inizio di Piazza G. Villa.
Frammenti di memoria, di vita, di vite.
Marco
Quanti bei ricordi Marco, grazie di averli condivisi qui!
Grazie a te, piuttosto, per l’occasione di farlo che hai dato. Mi piacerebbe sapere dove si trovavano esattamente la pasticceria, la cartoleria e le botteghe diverse alle quali si fa cenno nel post e nei commenti, per ricreare idealmente quella zona come fu, per immaginare almeno le dinamiche di vita che si sviluppavano di giorno in giorno in quegli anni, anni in cui nemmeno era immaginabile internet e gli amici di penna li trovavi sulla Posta di Topolino. MG