Questa è la storia di un ragazzo di nome Simone, nel suo luogo d’origine si conserva viva la memoria di lui e del suo coraggio.
Simone Schiaffino, figlio di un capitano marittimo, nasce a Camogli nel 1835, sulla passeggiata del caratteristico borgo ligure c’è ancora la sua casa.
Quel mare tempestoso è il suo destino, ha appena 11 anni quando si imbarca come mozzo, a 19 è un giovane uomo di grande esperienza e come suo padre è divenuto capitano.
Sulla lapide che sovrasta la sua dimora natale si legge che lui fu l’Alfiere dei Mille, Simone lo divenne con grande onore.
Di animo appassionato e di spirito vivace, animato da amor patrio, Simone Schiaffino si unisce alla causa patriottica e in diverse circostanze si distingue per il suo valore, nel 1859 è tra i Cacciatori delle Alpi di Garibaldi, nella Seconda Guerra di Indipendenza.
E poi è ancora Garibaldi che lui seguirà nell’ Impresa dei Mille con la quale venne fatta l’Italia.
È un ragazzo, un ragazzo dall’animo semplice e fiero.
Camogli
Chi parla di lui? Chi ha tramandato i tratti della sua persona e il suo carattere?
Lo hanno fatto i suoi compagni d’avventura, giovani altrettanto temerari, primo tra tutti Giuseppe Bandi.
È la fine d’aprile del 1860, a Villa Spinola i volontari fremono, aspettano il momento tanto atteso ma certe notizie ritardano la partenza che muterà il corso della storia.
E così scrive Giuseppe Bandi:
Nell’anticamera non eravamo se non io e un bel giovine di Camogli, con due grandi occhi azzurri spiranti un ineffabile senso di simpatia.
Giuseppe Bandi – I Mille da Genova a Capua
Quel ragazzo è Simone Schiaffino, è deluso e lascerà la stanza con gli occhi bagnati di lacrime salutando il Generale Garibaldi con voce tremula.
Tenace e indomito ragazzo di Camogli, è vicino il giorno del tuo coraggio.
Monumento a Simone Schiaffino – Camogli
È il 5 Maggio 1860, i Mille lasciano Quarto, i piroscafi della Società Rubattino sfidano le onde del mare.
Garibaldi è a bordo del Piemonte, il nostro giovane Simone è invece imbarcato sul Lombardo, è timoniere di Nino Bixio insieme ad Adolfo Azzi da Trecenta di 23 anni.
Ragazzi coraggiosi che hanno lasciato il segno, di Simone Schiaffino parla anche Giuseppe Cesare Abba, questo è il ritratto da lui delineato:
Ma il tocco michelangiolesco lo metteva in quel gruppo Simone Schiaffino, bel capitano di mare che pareva andasse studiando Garibaldi per divenire simile a lui nell’anima come gli somigliava già un po’ nel volto; biondo come lui, assai più aitante di lui, con un petto da contenervi cento cuori d’eroe.
Giuseppe Cesare Abba – Storia dei Mille
Un viaggio per mare, un viaggio che conduce incontro al destino.
Lungo le coste d’Italia, fino in Sicilia.
Giunge il 15 Maggio, è il giorno dell’eroica battaglia di Calatafimi.
Monumento a Simone Schiaffino – Camogli
E c’è un testimone, è ancora Giuseppe Bandi a raccontare cosa accade: la battaglia infuria, è fumo, coltelli, sassi e sangue che scorre.
Vicino a Bandi c’è un piccolo gruppo di garibaldini: un certo Elia, il figlio di Garibaldi Menotti e Simone Schiaffino.
Lui, Simone, porta il tricolore, alcuni sostengono che si trattasse della bandiera riccamente decorata cucita dagli italiani emigrati a Valparaiso e da loro donata a Garibaldi nel 1855.
Lo scontro con i borbonici non tarda ad arrivare, Bandi definisce i suoi compagni I tre Moschettieri, scrive che combatterono strenuamente con le carabine e poi ricorsero alle baionette.
Me ne rammento come in un sogno, sottolinea Bandi.
Sventola fiero il vessillo che Simone ha tra le mani, i cacciatori borbonici danno l’assalto per strapparglielo e Bandi getta un urlo disperato: Salviamo la bandiera!
Tricolore esposto all’Istituto Mazziniano – Museo del Risorgimento
Sono momenti di tragica concitazione, sono gli ultimi istanti di vita di Simone Schiaffino che muore trafitto in pieno petto da un colpo di fucile.
E ancora Bandi scrive:
Schiaffino cadde indietro, sollevando in alto, nel cadere, la bionda e lunga barba, e lasciò la bandiera, che in mezzo a grida di giubilo, sparì dai miei occhi.
Giuseppe Bandi – I Mille da Genova a Capua
I tratti di Simone Schiaffino sono effigiati nella statua a lui intitolata nella sua Camogli, sul basamento sono incise le memorie delle sue imprese e le parole del Generale Garibaldi al quale il giovane era molto caro.
Superbo nocchiero del Lombardo, come lo definì Abba, morì a soli 25 anni in nome di un ideale nel quale credeva con ferma passione.
Un patriota indomito, Simone Schiaffino è ritto nella piazza a lui intitolata, alle sue spalle c’è il mare che lo vide nascere.
Nella mano stringe la nostra bandiera, eroico Alfiere dei Mille che cadde per difenderla.
Cara Miss,essendo nativo di Quarto e cresciuto sullo stesso scoglio e luoghi dove i Mille e Simone Schiaffino partirono per dar vita all’Italia Unita,leggendo il tuo magnifico Post mi sono commosso fino alle lacrime,sei di una bravura unica….
Erano,non i Mille e basta…..erano mille Eroi e Simone Schiaffino sicuramente uno dei più rappresentativi…..”Portabandiera dei Mille” cosi è scritto nel targa marmorea della via a lui dedicata a Quarto allora Comune che sarà per sempre segnato da questa gloriosa partenza, merito dei mille Eroi come Simone Schiaffino “o Capitan camoggin” lui il primo a immolarsi per la Bandiera dell’ Italia Unita…un pensiero anche a Camogli paese di gente di mare e per questo gente forte,intrepida e valorosa…..Grazie un grande abbraccio valorosa Miss!!!
Grazie carissimo, le vicende di questi ragazzi coraggiosi sono spesso commoventi, la storia di Simone lo è davvero tanto.
E questo accade anche grazie agli scritti di Bandi e di Abba, così sentiti e toccanti.
Grazie di cuore, sei sempre generoso con me, un forte abbraccio caro Pino!
Un vero eroe che difese fino all’ultimo i suoi ideali a costo della vita stessa! Ciao Miss.
Proprio così Orietta, era da tanto che volevo scrivere di lui e della sua vicenda, finamente l’ho fatto.
Un abbraccio!
25 anni… Un ragazzino, oggi.
Sì, proprio così Katia.
E pensare che oggi i ragazzi non crescono più, allora a 11 anni si imbarcavano e a 25 erano disposti a sacrificare la vita con enorme coraggio. Mi sa che noi mamme abbiamo tanto da imparare da quest’esempio (mi includo nel gruppo). Grazie, Miss!
Credo che allora ci fosse una diversa percezione di tutto, della vita, del tempo, anche della propria importanza nel mondo con la consapevolezza che ognuno può fare la differenza.
Grazie a te Marina, un abbraccio.
Già l’età fa riflettere… però lo scultore lo ha parecchio invecchiato. 😉 un abbraccio cara
Vero, l’ho pensato anch’io, forse la figura dell’eroe allora doveva essere personificata da una persona con molta esperienza o forse la barba lo faceva sembrare più vecchio. Un abbraccio a te Viv, buona serata.
All’epoca 25 anni erano forse molti di più rispetto a oggi. In ogni caso una figura importante!
Sì, era tutto diverso, cara Londarmonica. Grazie di aver letto, buona giornata a te.
Un’altra nobile e bella figura dipinta dalla tua penna. pardon, tastiera!
E la prima foto è veramente eccezionale cara Miss Fletcher, senza nulla togliere alle altre.
Bacetto Susanna
Grazie Susa, un bacetto a te!
Contemplare lo scempio che è stato fatto dell’Italia per la quale questi giovani straordinari hanno combattuto e sono morti,fa male al cuore.Spazzatura dappertutto,nelle strade,nell’amministrazione,ovunque……Per fortuna il suo blog,ci suggerisce sempre di meditare sulle cose belle,la natura,il mare,la cultura là conservazione delle belle tradizioni della nostra terra.
Grazie di cuore, onorata di leggere le sue parole, il nostro passato dovrebbe servire per rendere migliore il nostro presente e per costruire il futuro, figure come Simone Schiaffino non vanno dimenticate.
Buona domenica Nicla!
Una figura interessantissima che ho scoperto e conosciuto da pochi anni facendo ricerche per un libro.
Una figura che sono stata contenta di ricordare! Grazie Paola, buona serata.
Io abitavo in Via Simone Schiaffino a Priaruggia che bei ricordi , ho passato la mia gioventù, ricordo i Garibaldini perché la maestra delle elementari ci raccontava di questi eroici ragazzi, ho respirato aria patriotica , tante vie e piazze della zona sono a loro dedicate , ora mi hai fatto ricordare. Ciao Ottavia
Quei ragazzi sono un splendido esempio di coraggio, io credo davvero che bisognerebbe ricordarli più spesso.
Grazie Ottavia, passa una bella serata!
Era da tanto che volevo leggere questo tuo post ed oggi finalmente eccomi qui: che dire? Storia tragica e grandiosa, la storia di un eroe.
Un abbraccio 🙂
Grazie Tiptoe, è una storia che mi commuove.
Un abbraccio a te.
Miss, più di 30 anni fa ero stato a Calatafimi e nelle vicinanze avevo visto l’obelisco che commemora i caduti della battaglia… ignoravo Simone Schiaffino, e lo so: “chi per la patria muor, vissuto è assai”, ma ora, sapendolo così lontano da un bel posto come Camogli, l’adagio mi fa venir dei dubbi…
E non so darti torto, caro Sergio.