E si ritorna ancora indietro negli anni, seguendo il ritmo lento di un antico passatempo ancora molto apprezzato in questi luoghi e in questa campagna.
All’ombra degli alberi che generosi offrono frescura e riparo, al Bosco delle Fate di Fontanigorda.
Là, sui campi da bocce, ieri come oggi.
E ancora adesso sono numerosi i giocatori che si dilettano con le bocce: il gioco delle bocce richiede pazienza, precisione, cura e attenzione.
Non è certo un gioco per gente impaziente e frettolosa, qui in Val Trebbia ci sono dei veri talenti che si sfidano in gare e tornei.
E si giocava a bocce anche al tempo di questa bella cartolina della mia collezione che fu spedita da Fontanigorda a Santo Stefano d’Aveto nel mese di agosto del 1936.
In un dettaglio ecco certi provetti giocatori del passato.
Ancora oggi, nei giorni d’estate, alcuni trovano il proprio diletto proprio qui, al Bosco delle Fate.
Nella quiete silenziosa della campagna.
Dove il sole filtra tra gli alberi, dove il venticello fresco fra tremare le foglie, dove l’aria è fresca e l’acqua sgorga chiara dalle fontane, dove si resta, sereni e felici, nei giorni delle nostre vacanze.
Così era, anche in un tempo diverso, nella stagione della villeggiatura.
E si giocava a bocce, tra amici, nel tempo dello svago e dell’estate.
Il tempo lento del gioco delle bocce … pesi quasi balistici lanciati a salve ma che necessitano la medesima mira e precisione nel calcolare la traiettoria per andare a segno… anche qui nella settimana del ferragosto l’ antico campo da bocce e’ tornati ad avere qualche frequentatore e frequentatrice … gli ultimi reduci della guerra alla lentezza dettata dalla modernità…
Esattamente, hai descritto alla perfezione quella magia antica!
Grazie cara, un abbraccio.
Che Ricordi
mi fai ritornare indietro di almeno 70 anni-
Grazie
Scignuria
Caro Elvezio, grazie a te!
Miss, sono pronto a scommettere che le Fate, quando nessuno vede, qualche partitella se la facciano…
Eh sì, sì, hai proprio ragione!
Quante estati trascorse in campagna da mia zia, il campo da bocce era il ritrovo serale
Tutti noi abbiamo ricordi legati alle bocce, ma che bello! Grazie cara, buon pomeriggio a te.
Mi pare di sentire le loro voci in momenti silenziosi come in un bosco.
Forse era una domenica pomeriggio, chi sa tra loro chi era il vincitore.
Un tocco magico delle fate avrà dato fortuna a tutti.
Grazie Dear mi sei mancata molto, ma non più
Eh sì, hai proprio ragione!
Grazie caro Mauro, sei sempre gentile. Buon pomeriggio a te.
Ecco, ora lo so dove mio padre sarebbe stato contento: “al Bosco delle Fate di Fontanigorda”. Quando in estate si andava in campagna, la prima cosa che faceva appena arrivati era sistemare il campo di bocce. Venivano molti a trovarci, perché anche da noi, in Toscana, la campagna è un incanto, ma non c’era mai nessuno che sapesse giocare a bocce o che avesse voglia di imparare o che accettasse di provare a impegnarsi un minimo con lui in una partita. E la sua delusione, ma ancor più la sua meraviglia per questa che a lui sembrava una stranezza incomprensibile, era grande.
Scrivi dalla Toscana, che regione magnifica, cara Fiorenza. Sì, al tuo papà amante delle bocce la mia Fontanigorda con il suo Bosco delle Fate sarebbe proprio piaciuta, ne sono certa.
Grazie, buona serata a te!
Certo che giocare a bocce in un bosco con un nome così poetico ha tutto un altro sapore! Chissà come mai è un gioco prettamente maschile… un bacione cara!
Sai che non ci avevo pensato? Hai ragione!
Un bacione a te cara, grazie!