I quaderni delle ricette non sono soltanto una fredda raccolta di procedimenti più o meno complicati da proporre alle nostre cene: i quaderni delle ricette riecheggiano di risate e clangore di piatti, evocano momenti felici e freschezza di spumante nei bicchieri, sono memorie di feste, di brindisi e di compleanni.
E sono frammenti delle nostre vite e di anni passati, aprire uno di quei quaderni è come restituirlo virtualmente tra le mani di chi raccolse con pazienza le ricette dei piatti prediletti.
Il quaderno delle ricette di mio papà è voluminoso, ha la copertina marrone e vi sono racchiuse alcune straordinarie delizie che non ho mai più assaggiato, come ad esempio il suo leggendario cappon magro.
Nessuno sa fare il cappon magro come mio papà, questo è chiaro.
Su quelle pagine sono appiccicati in maniera metodica e ordinata tanti foglietti nei quali riconosco di volta in volta la calligrafia della mamma o di qualcun altro di noi.
Il quaderno delle ricette di mio papà mi fa venire in mente quei cenoni di Capodanno in cui si preparava il cocktail di gamberetti che veniva poi servito in una magnifica conchiglia e io da piccola non vedevo l’ora che arrivassero le feste perché mi fosse concesso questo privilegio.
Ed ecco il profumo di trippa in umido e di buridda, passano davanti ai miei occhi piatti di portata ricolmi di assolute delizie servite con stile ed eleganza.
E ci sono le ricette delle torte al cioccolato, al limone, alle mele e ricoperte generosamente di glassa, mi pare anche di vedere la mamma che sceglie con cura i piattini dalla credenza.

Il quaderno delle ricette di mia nonna Teresa, invece, è una grande agenda rigonfia e altissima a causa di tutto ciò che la nonna ci ha messo dentro.
Mia nonna è sempre stata una professionista del ritaglio, la ricordo come se fosse ieri seduta alla sua scrivania con le sue pile di riviste, le forbici e il barattolo delle Coccoina.
Il quaderno di ricette della nonna è anche pieno di validi consiglio di vari genere, ad esempio su come sbrinare il frigo, come far durare i fiori recisi in vaso e come pulire gli impermeabili.
Alla nonna non sfuggiva nulla, direi.
E poi, poi ci sono tutte quelle ricette dal sapore antico e casalingo come il riso e latte, il rognone trifolato, la la minestra di ceci e tante altre bontà.
E c’è persino la preziosa ricetta della sacripantina, scritta dalla nonna con quella sua compita e ordinata calligrafia di maestra elementare.
E poi, tra i quaderni delle ricette, ho anche quello della Zia Ia.
Eh, il suo quaderno è ricco di sorrisi e trabocca di gioia di vivere e di risvegli mattutini per preparare certi manicaretti.
Ed è una sequenza infinita di bontà e ricercatezze, ci sono i piatti della tradizione ligure ma non solo, la zia preparava piatti sfiziosi e particolari come l’insalata gonzaghesca e il suo delicatissimo paté di tonno.
Il ricettario della zia è il paradiso della gola; ecco le sue cheese cake, la zuppa inglese, le scorzette d’arancia candite, la custard e la lemon curd, la zia come già vi ho detto in passato era professoressa d’inglese e aveva un debole per tutto ciò che proveniva dalla Terra di Albione.
E dalle pagine del suo quaderno di ricette ecco anche la meraviglia del Tronchetto di Natale, un trionfo di cioccolato che non mancava mai sulla sua tavola nel tempo delle feste.
Sfogliare questi quaderni è come ritrovare coloro che con pazienza hanno raccolto queste ricette e tutto a volte pare come sempre è stato.
Di là in in cucina c’è un gran fermento, il rito sacro della maionese è uno di quelli che a papà riescono benissimo.
Qualche piano più in su, intanto, la nonna tira la sfoglia, così sottile da non saperla immaginare!
E in un’altra parte della città la zia estrae dall’armadio il suo piatto natalizio dove poserà il tronchetto di Natale.
C’è una dolcezza, in certi nostalgici ricordi, che davvero non si può scordare.