Camminando, nel tempo e con l’immaginazione, sul Ponte Pila.
E forse sarete un po’ spaesati perché ai giorni nostri tutto è cambiato, in altri anni quel ponte sovrastava il Bisagno e collegava la zona di Piazza Verdi e dell’attuale Piazza della Vittoria a Corso Buenos Aires.
Tic tac, tic tac, mettiamo indietro le lancette della macchina del tempo.
E che clangore, quanto frastuono in questa zona della città così moderna e piena di movimento, si vive l’urgenza di essere parte integrante dell’epoca delle innovazioni, protagonisti della città che cambia.
E si cammina verso la Foce, certe madri di famiglia si stringono nel soprabito scuro, un uomo porta sulle spalle un pesante fardello, dietro di lui in lontananza si distingue il profilo inconfondibile del Ponte Monumentale.
Gente che va, gente che viene.
Dall’altro lato del ponte, infatti, ecco una piccola folla di trafelati genovesi, ognuno ha la propria meta da raggiungere.
Queste persone hanno memorie diverse dalle nostre, hanno impressi negli occhi luoghi che noi non abbiamo mai conosciuto.
Un tale ricorda quando qui c’erano i cantieri e si favoleggiava su questa Genova Nuova che stava sorgendo, un altro va raccontando ai nipoti di quanto era bello il negozio di famiglia, quella bottega di chincaglierie dagli arredi scuri si trovava nella Via Giulia che venne demolita per lasciar posto alla Via XX Settembre che si estende gloriosa con la sua scenografica prospettiva.
Tra questa piccola folla incede aggraziata una signora davvero à la page: è colei che indossa l’abito a righe, osservando poi le foto dell’epoca si scoprirà che quei tessuti allora erano di gran moda.
Cigola il carretto trascinato con caparbia da un giovane uomo, la costruzione in legno che si staglia sullo sfondo è invece adibita a sala d’attesa per coloro che aspettano il tram.
Ed eccolo il mezzo più in voga, la vettura sferraglia gagliarda a centro strada, in direzione Foce.
Che bella invenzione la modernità, ti permette di andare da una parte all’altra della città con questa velocità, chi mai se lo sarebbe immaginato?
Ancora, ecco un’altra curiosa costruzione, ospitava un tempo un certo Bar Ciclistico certo molto apprezzato dagli affezionati clienti.
E qui ringrazio l’amico Stefano Finauri per avermi svelato cosa fosse questa strana struttura, da vero specialista in questi viaggi nel tempo lui conosce bene molti particolari sconosciuti ai più.
Tic tac, tic tac.
Osservate con attenzione i lampioni, forse vi sembrerà di averli già veduti.
Ed è proprio così, infatti quei lampioni e quelle ringhiere che un tempo erano su questo ponte sul Bisagno si trovano ora sul Ponte Giulio Monteverde, in questo post ne troverete le immagini e potrete leggere anche altre notizie sul Ponte Pila.
Si cammina, con la testa immersa nei propri pensieri e nelle proprie preoccupazioni.
Ognuno di noi ha la propria strada nel mondo, se questa donna potesse raccontare il suo quotidiano forse ci mostrerebbe una città della quale nulla sappiamo.
Cammina, come tutti gli altri, inconsapevole attrice di un prezioso frammento di un’epoca lontana, con i suoi affascinanti misteri.
In quel tempo perduto, nel tempo in cui si attraversava ancora il Ponte Pila.
Per me, valbisagnino cresciuto a Staglieno, quei lampioni e quelle ringhiere SONO Ponte Monteverde 😉
Eh sì, lo immagino, caro Mauro.
Miss, mutamenti davvero estremi… sto cercando di immaginarmi, dietro al tram, la Porta Pila, con relative mura… Porta e mura che avrebbero impedito al tram di passare…
Almeno la Porta la hanno salvata, smontandola e rimontandola sopra Brignole.
Vero, io penso sempre che la Porta meriterebbe una collocazione più centrale e più adatta alla sua magnificenza.
Hai ragione. Comunque sempre meglio lì che demolita e basta come tante altre cose.
Sì, certamente!
Giusta osservazione, caro Sergio, a volte la storia e la modernità purtroppo non vanno d’accordo.
Fantastico, cara amica, mescolarsi alla folla operosa del’epoca. Davvero le lancette sono tornate magicamente indietro.
Un abbraccio Susanna
Sai che è il mio gioco preferito, cara Susanna!
Un bacione a te grazie di cuore.
Eh si queste persone catturate a loro insaputa in un istante qualunque della loro esistenza hanno ricevuto il beneficio di vedersi cristallizzare come testimoni di un’ epoca …… icone senza nome di un tempo antico…. “taggati” diremmo oggi….
Esattamente cara, proprio così, a guardarli viene il desiderio di fantasticare su di loro.
Grazie Brunattola, buona serata!
Queste immagini d’epoca sono preziosissime per chi conosce solo la situazione attuale. E tu sai sempre cogliere anche il più piccolo dettaglio… sei la nostra macchina del tempo! Bacioni cara 😘
Sì, è sempre magico ritrovare posti mai veduti e scoprirne i dettagli, penso che per quanto si possa fantasticare sia molto difficile immaginare la realtà. Grazie Viv, un bacione.
che belle queste immagini, ci trasportano davvero in un tempo lontano, sembra di percepire le vecchie sensazioni di una volta, sempre emozionante il tuo blog 😉
Grazie Max, sei sempre caro!
Questa storia proprio non la conoscevo, questo passato, questo ponte. Grazie Miss
Grazie a te, Paola!