I fagiolini di Sandro sono chiari, certamente saranno teneri e saporiti, densi dei profumi veri della campagna.
Nell’orto di Sandro crescono rigogliose tutte le delizie che la natura offre: gli zucchini dai fiori dorati, i fagioli dalle piante che si arrampicano intrepide, i pomodori e le insalate, le zucche perfette per essere tramutate in cocchi lussuosi per fiabesche principesse.
L’orto è certo una grande fatica ma è anche magia bella della vita che ritorna, seguendo i suoi ritmi e i cicli delle stagioni.
E chi ha l’orto, come Sandro, in estate fa le scorte per i periodi freddi, taluni sanno essere così previdenti e conservano la fragranza di certe bontà per l’inverno che verrà.
Dunque, quel giorno stavo camminando sullo stradone di Fontanigorda con un’amica e in quel tratto abbiamo incontrato Sandro che aveva appena raccolto i fagiolini nell’orto.
Li aveva riposti in un cestino, con un gesto consueto e antico che ha quella bellezza semplice che molti di noi hanno perduto.
Era un giorno d’estate, a Fontanigorda.
Ci siamo fermati a chiacchierare, come al solito, io poi sono sempre curiosa di questi raccolti estivi.
E ieri ritrovando questa fotografia ho pensato a quel pomeriggio in Val Trebbia, all’orto generoso sotto la ringhiera, ai daini che rubano i frutti dai rami, ai gatti che si addormentano all’ombra degli alberi, alla luna d’argento che spunta in un cielo brillante di stelle.
E poi mi è passato per la testa un pensiero tanto banale quanto vero: nei posti piccoli, nei paesi come Fontanigorda, ci si conosce davvero tutti.
E non c’è bisogno di aggiungere altro: basta che tu scriva che quelli sono i fagiolini di Sandro e tutti immediatamente capiscono a chi tu stia riferendo.
Ed è davvero così, io trovo una tenera bellezza racchiusa in tutto questo, se non la si coglie è persino difficile da spiegare.
La vita sa essere così semplice, autentica e vera, a volte.
Era un giorno d’estate, a Fontanigorda.
E questi sono i fagiolini di Sandro.
È vero c’é qualcosa di rassicurante in tutto questo anche se forse lo si apprezza maggiormente in età adulta. Da giovani il microcosmo appare soffocante e si desidera confondersi nella folla di una città più grande. E per inciso quei fagiolini hanno un’aria molto promettente! Buona giornata cara!
Sono d’accordo con te, cara, hai ragione, quando si è giovani si scalpita e magari si tende a non apprezzare del tutto certe cose. Rassicurante è l’aggettivo che avrei usato se mi fosse venuto in mente!
Un bacione cara, grazie!
è vero, Miss, se Fontanigorda fosse un paesello in provincia di Milano, basterebbe dire “i cornetti di Sandro”, per capire immediatamente a chi ci si sta riferendo…
Vero? Esattamente, sono mondi piccoli e questa è la loro bellezza.
che bello cara Miss i tuoi racconti mi fanno ritornare bambino grazie ciao con profumo di basilico(genovese si intende!)
Grazie Mauro, buona serata anche a te!
Ho la fortuna di avere un orto e ammetto che condividerne i frutti è uno dei piaceri della vita.Per noi regalare i pomodori (mio marito è un collezionista di pomodori, abbiamo i semi di quindici varietà diverse)o i fagiolini è offrire un po’ del nostro tempo più prezioso,quello libero a contatto della natura.
Bellissimo davvero, è la prima volta che sento parlare di un collezionista di pomodori, complimenti al consorte!
Oh si lo scorso anno anche il nostro orto e’ stato particolarmente generoso nel raccolto di fagiolini….. Ricordo che un giorno d’ estate invitammo a farci visita dei cari amici e nel pomeriggio si unirono altri parenti ed amici al gruppo….. A tutti, prima di tornare distribuimmo i nostri fagiolini nella varieta’ verde e gialla…. E tanti ne cucinammo nei giorni seguenti e altrettanti ne congelammo per i polpettoni invernali …
L’orto è una meraviglia, certo è anche faticoso però che soddisfazione!
le belle sensazioni della vita di campagna, fatta di cose semplici, tanta purezza di spirito e cose buone e genuine da mangiare tutti i giorni… 😉
Sono d’accordo con Max, genuinita’ delle cose buone si accompagna a purezza di spirito …
Sì, è così!
Vero, esattamente così, caro Max.
Un’altra cosa!
Eh già!