È un frammento del passato e riporta ai nostri sguardi istanti di vite, sorrisi ed emozioni.
È un giorno qualsiasi nella Piazza dei Truogoli di Santa Brigida che si trova tra la scenografica Via Balbi e la popolosa Via Prè e questo è solo uno degli scatti che verrà utilizzato per le cartoline.
Questo scorcio genovese sarà infatti tante volte riprodotto come immagine caratteristica di Genova e oggi, ai nostri occhi, resta come una sorta di quadro inimitabile nel quale tentiamo di intuire ciò che non possiamo vedere.
Quanta, vita, quanti respiri!
Si chiamano forse Pietro, Maddalena, Baciccia e Marietta, affollano queste strade che profumano di mare, di pane, di fatica ma anche di gioia di vivere.
Il cappellino messo traverso, una mano sul fianco, uno sguardo di sfida, un sorriso appena accennato.
Le mamme tengono in braccio i più piccolini, i più grandicelli conoscono una certa libertà, sono bambini svegli e indipendenti.
È gente dei caruggi, se queste persone potessero parlarci dello loro vite staremmo ad ascoltare il loro racconto e forse sarebbe difficile per noi immaginare una quotidianità come questa.
Alcuni restano seduti sul gradino davanti alla porta di casa, c’è chi esce fuori dalla sua bottega e chi invece si affaccia alla finestra.
E come sempre, come in ogni giorno di questo tempo lontano, c’è un’affaccendata baraonda attorno al lavatoio.
Ognuno arriva con la conca dei panni e con un pezzo di sapone, sono braccia forti a sfregare con vigore nell’acqua gelata, una di quelle fatiche che pare quasi impossibile anche solo immaginare.
Poi, appena per un istante, questa frenesia si ferma e gli sguardi si rivolgono tutti verso il fotografo.
Accade così, grazie alla magia di quella magnifica invenzione che è la fotografia: queste vite restano impresse sulla carta e la loro immagine ritorna davanti ai nostri sguardi.
Poi, istante dopo istante, il tempo scorre, svanisce, muta e tuttavia sembra quasi impossibile credere di non averla veduta davvero quella folla di popolo nella Piazza dei Truogoli di Santa Brigida.
È sempre stata lì, tra la ringhiera e la discesa, sotto l’immagine della Madonna ospitata nella bella edicola e tra le mura di case antiche dai colori caldi.
È sempre stata lì questa gente dei caruggi, sotto alla gioiosa confusione di fili da stendere e lenzuola sospinte dal vento vivace di Genova come vele avventurose in mezzo al mare.
Chi spedì la cartolina soggiornava all’esclusivo Grand Hotel de Genes in Piazza De Ferrari, lo si evince dal timbro posto a tergo, la cartolina fu spedita a Londra.
Gli occhi di questo viaggiatore si posarono su persone come queste, il suo sguardo trovò la prospettiva di questi vicoli e in un certo modo lo colpì, infatti nel testo vergato dalla sua mano egli chiede ai destinatari cosa ne pensino di questo scorcio caratteristico e così tipicamente genovese, un souvenir di Genova che certo rimase impresso.
Ancora adesso, ogni volta che passo dalla Piazza dei Truogoli di Santa Brigida, mi sento quasi come quel viaggiatore, mi resta nello sguardo il suo medesimo stupore.
E vorrei fermarmi, ascoltare queste voci, lasciar raccontare la vita a questa gente dei caruggi.
Quei fili stesi da casa a casa erano davvero tipici di un’epoca. E che fermento in quei pochi metri quadri! Comprensibile che il visitatore straniero ne sia rimasto colpito. Buon lunedì 😘
Davvero, quanta confusione!
Un bacione a te cara, grazie!
Miss, a sinistra, solo una donna con il vitino da vespa sembra andarsene indifferente all’evento… in ogni modo la prossima volta che capiterò a Zena, dalla discesa che conduce ai celebri Truogoli, proverò a fare una foto in bianco e nero con la mia vecchia Minolta “a rullino”… chissà che i sali d’argento non restituiscano tracce delle lenzuolate da muro a muro, con sotto un po’ di quella baraonda di popolo che aspirava ad essere fotografata…
Uh Sergio, facciamolo, potrebbe funzionare, me lo sento ❤
Mia nonna mi cantava”Troeggi de Santa Brigida/aegua ch’a se consumm-a…”
Ecco, che ricordi!
Il passato, sempre presente, silenzioso sotto i nostri occhi. Bellissime descrizioni, amica mia. A presto!
Grazie cara, felice che tu abbia apprezzato!
Ah, Miss! Se certe cartoline potessero avere l’audio.. . . Come le vedute di Via Madre di Dio e del quartiere di Ponticello! Quanta vita, quanta essenza genovese! Anch’io come te, mi conosci, passerei ore e ore a conversare con i nostri antenati.
Grazie, Raf
Eh lo so cara, ci assomigliamo. Un grande abbraccio Raf, grazie.
Molto bella questa cartolina.
Gli stranieri impazziscono per i fili con il bucato steso.
Ho mandate il post a mia figlia, le è piaciuto molto e ha detto che quando andava in Università si è sempre chiesta come potesse essere quella piazzetta tanti anni fa 😊
Era magnifica secondo me, lo è ancora anche se è diversa, sono contenta che sia stata recuperata e così bene restaurata.
Grazie Giuseppina, un caro saluto a te.
Sì vero, hanno fatto un bel lavoro
Davvero!
che suggestione ritrovare oggi gli stessi luoghi, praticamente immutati.
Sì, è una grande emozione.