Come spesso accade su queste pagine oggi faremo un salto indietro nel tempo fino a cento anni fa.
È il 9 Dicembre 1920 e sul quotidiano Il Lavoro ecco alcuni dei fatti del giorno, si tratta soltanto della piccola cronaca cittadina, non sono certo eventi che passeranno alla storia.
Ah di certo tutto rimase bene impresso nella memoria di quel rosticciere di Corso Buenos Aires che al mattino riaprendo il suo bel negozio ebbe l’amara sorpresa di scoprire che nottetempo i ladri gli avevano portato via salami, prosciutti, polli, liquori e pure denari!
La città pullula di scaltri delinquenti, in questi giorni di dicembre tra le altre cose è successo un fattaccio non da poco.
Alcuni malviventi infatti sottrassero da una chiatta ormeggiata a Ponte Reale ben 16 chili di caffè e li caricarono su un carretto con l’intenzione di portarseli via attraversando le barriere doganali muniti di documenti falsi.
Furono le attente guardie di Ponte Calvi a sorprendere i malfattori con quella carretta e a sventare così l’audace furto, i ladri in fuga spararono anche qualche colpo di pistola e si può immaginare quale trambusto provocarono in quella parte popolosa della città.
Fu lesto e pronto di riflessi un certo commerciante di Via Cairoli che si ritrovò nel suo bel negozio due elegantoni dai modi suadenti che cercarono di incantarlo con la scusa di comprare delle cravatte e nel frattempo ne rubarono una scatola del valore di ben 100 Lire.
Il negoziante però non si era fatto distrarre ed essendosi accorto di tutto non si perse d’animo: uscì dal negozio e di buon passo raggiunse i due bellimbusti fino in Salita San Siro e questi si videro costretti a buttare a terra la scatola per poi dileguarsi nei caruggi.
E ci rimase con un palmo di naso un certo stimato avvocato che incappò in una spiacevole disavventura avvenuta proprio nel suo ufficio in quell’elegante Via Carlo Felice che un giorno sarà nota come Via XXV Aprile.
Dunque, il professionista era lì a lavorare tra le sue carte e a un certo punto decise di uscire, passò così nell’anticamera e si accorse che sull’attaccapanni non c’era più il suo paletot!
Qualcuno si era introdotto alla chetichella nell’anticamera e si era servito e quindi c’era un malfattore che girava per Genova con addosso il paletot dell’avvocato!
Constatato il fatto al professionista non restò altro da fare se non sporgere denuncia alle competenti autorità e comprarsi un nuovo paletot, presumo.
Accadde ben cento anni fa: era il 9 Dicembre 1920 a Genova.
Sabi, qui riconosco la mano del famoso ladro di cappotti/impermeabili di cui parlavi qualche post fa… ricordi? Un bacione cara!
Eccome, doveva essere una brutta abitudine dell’epoca! Un bacione a te cara, grazie.
Miss, siccome il mondo è piccolo e le cartoline lo sono ancor di più, una delle attente guardie di Ponte Calvi potrebbe essere quella con l’ampio mantello che incede sul marciapedi…
Certamente, potrebbe essere proprio uno di loro. Buona giornata Sergio, grazie!
100 anni or sono ma mi sa che non sia cambiato un gran che!
In questi anni una cosa bellissima l’ho scoperta ossia le foto e i blog della grande Miss Fletcher, ciaoooooooooooooooooooo
Grazie Mauro, sei davvero gentile!
La vicenda dell’ avvocato mi fa tornare in mente che molti anni fa un mio collega credeva di essere stato derubato del suo soprabito perche’ non lo si trovava piu’ in ufficio…sosteneva che qualcuno si era introdotto per rubarglielo… poi rovistando sulla sua scrivania il capo emerse da una sepoltura di scartoffie in disordine….
…si fosse😣… Svista
Tranqui, capita a tutti! Buona serata, cara!
Accipicchia, quanta carta doveva avere sulla scrivania!
Irene
E una storia interessante dei furti nel passato, ma i ladri, i delinquenti scaltri, i malviventi, i malfattori sono di tutti i tempi. Solo i modi di appropriarsi delle cose che non appartengono a loro, sono cambiati, è vero! Un baccio a te e grazie, cara Miss Fletcher
Eh sì cara, davvero! Un abbraccio Irene, grazie!