Arriva, nell’ultimo scorcio d’estate, il tempo delle more.
Meraviglie selvatiche, ultime tra i frutti di bosco a donare la loro deliziosa dolcezza, piano maturano e a breve sarà tempo di gustarle.
Le more, in luoghi difficili e impervi.
Le more, raccoglierle è una bella sfida, poi a volte accanto alle more si trovano le ortiche e allora i guai sono doppi.
Nei ricordi d’infanzia di ognuno di noi le more sono mani dolcemente macchiate e poi qualche graffio qua e là perché non è poi così semplice eludere quelle loro spine, specialmente quando si è piccoli e si ha fretta di mettersi un bocca una mora bella succosa.
Le more, alcune ancora devono maturare e così sui rami si ammirano diverse sfumature di frutti.
E poi, in ogni stagione della vita, le more sono sempre state per me una sorpresa.
Saranno già buone?
Saranno ancora aspre?
O forse no, vanno già bene!
Bisogna assaggiarne una e il gioco è fatto, ma fino a quel momento non puoi sapere se sia proprio già il tempo delle more.
Il tempo delle more porta con sé una certa inevitabile nostalgia per l’estate che lentamente declina mentre le giornate si fanno più fresche.
Mentre la natura segue i suoi ritmi, istante dopo istante.
E ai margini del bosco, tra sole e ombra, così si svela il tempo delle more.
“era io tempo delle more”…. quante volte ho ascoltato questa canzone da bambina…. frutti meravigliosi e buonissimi.
Buona settimana 😊
Che bello quando da piccoli andavamo a raccoglierle, sono ricordi preziosi questi!
Buona giornata Giuseppina, grazie.
Miss, oltre alla dolcezza c’è d’aggiungerci la gratuità…
Ma sai che non ci avevo pensato? Hai ragione!
Sono buone le more mature anche qui. Ogni matina portando il mio cano a passo nel bosco le raccolgo e le mangio. Riguardando le photo l’acqua mi scorre in bocca. Ti auguro un buon inizio della nuova settimana, cara Miss Fletcher.
Chissà che belle le tue passeggiate, cara Irene, mi piacerebbe essere lì con te! Un abbraccio!
Buongiorno Miss,anche oggi un nuovo tuffo nel passato.
Le lunghe soste della mamma al fiume per lavare i panni ci permetteva di allontanarci un pochetto
per prendere le more,che per quanto buone erano, era più dolce la voce della mamma che si sentiva sola e ci diceva dove siete non avete paura che mi prendano?
Buon pomeriggio
Grazie caro Mauro, buona giornata a te!
La magia del momento in cui si scopre un bel
cespuglio carico di more, di quelle belle gonfie … r nere corvine fuori e succosissime e violacee dentro… quante macchie e quanti graffi per raccogliere quelle posizionate sul rovo piu’ difficoltoso da raggiungere … e poi quanto gioia per quel bottino utile per una bella marmellata per crostata oppure f per guarnire una torta improvvisata !!!!!
Veramente, sono gioie vere queste!
Ho appena fatto la confettura 🙂 Ovviamente mi sono punta nel raccoglierle
Che brava, una bontà!