Le ragazze di Via Casaregis

Le ragazze di Via Casaregis sono con me da diverso tempo, ho infatti il raro privilegio di poter custodire le loro fotografie con i ricordi belli di tempi felici a Genova e anche sulle spiagge della nostra città.
Le ragazze di Via Casaregis avevano fascino, stile, classe, eleganza.
E che cappelli, con quei fiori vaporosi e leggeri!
E poi i guanti, gli ombrellini da sole e quei sorrisi garbati e composti.
Le ragazze di Via Casaregis amavano vestire all’ultima moda, mi vien da dire.

E osserviamo più da vicino l’abbigliamento di una di loro, noteremo così il tessuto rigato dell’abito, le maniche a sbuffo, una fila di bottoncini sulla giacca, il manico del parasole.
E appesa in vita, alla gonna, una chatelaine con i suoi piccoli contenitori che potevano custodire profumi, sali o anche un piccolo taccuino.

Insomma, le ragazze di Via Casaregis erano giovani donne molto speciali e così, un bel giorno, con l’amico Giancarlo che conosce a menadito ogni angolo della Foce, abbiamo deciso di andare sulle tracce di queste giovani del tempo passato.
D’altra parte anche loro erano ragazze delle Foce, pertanto è stato facile immaginarle a passeggio lungo gli ampi corsi del quartiere, nel tempo di una diversa primavera.
E abbiamo percorso Via Casaregis e siamo arrivati di fronte a questo edificio.

E poco più in là abbiamo cercato quest’albero, proprio questo!

E davvero, le ragazze di Via Casaregis erano proprio là!
Con la loro leggiadria di fanciulle, con quella inconfondibile grazia.
Pareva di vederle, ancora appoggiate al tronco!

Mi duole non conoscere i nomi di queste giovani donne ma sui cartoncini nei quali sono ritratte si legge un nome maschile: Manlio.
Forse un fratello, un cugino o un amico, secondo me Manlio si dilettava con la fotografia e un bel giorno se ne andò con le ragazze proprio in Via Casaregis e così le ritrasse.

E ancora, procediamo insieme in questo viaggio magnifico tra i luoghi dei presente e del passato, a volte i tempi paiono coesistere, sovrapporsi, ritornare.
Andiamo là, davanti all’elegante civico 23 della nostra ormai leggendaria Via Casaregis.

C’è una ringhiera, c’è un muretto basso.
A volte il passato sembra essere vivo e presente, a volte non sembrano neppure trascorsi così tanti anni.

Il luogo perfetto dove sedersi.
In posa, per la fotografia.
Con gli occhi felici e il sorriso luminoso.

In un spazio di tempo così denso di vita e di gioia.

Un cartello avvisa i passanti: nel palazzo di affitta!
E si esce dal portone, signore e signorine, forse madri e figlie, con questa lieve dolcezza.
Pare di sentire le loro voci e le loro allegre risate, vero?

Così, in un giorno del nostro tempo, tutte loro sono ritornate a casa.
Le abbiamo riportate là, nei loro posti del cuore.
E questo è il senso di tutto, a mio parere questa è la finalità più nobile di questa passione di raccogliere, conservare e difendere dall’oblio: riportare le persone nei luoghi ai quali esse appartengono, farle ritornare a varcare quel portone, farle sorridere una volta di più.

Accadde in un tempo lontano: era il 25 Marzo 1908.
Una calligrafia gentile, forse quella di Manlio, ha lasciato questa traccia sottile da seguire.
E così loro sono ritornate là e sono ancora ciò che erano un tempo: le ragazze di Via Casaregis.

21 pensieri su “Le ragazze di Via Casaregis

  1. Uno splendido racconto.
    Storia di Genova ,della moda,delle persone.
    Se si creassero inserti nei testi scolastici
    E si invitassero gli studenti a saccheggiare gli archivi di famiglia
    La storia sarebbe meno lontana e piu’ amata.
    Grazie Dear…in uno di quei palazzi
    Forse proprio quello ,c’era un’erboristeria.
    Anni’95…
    Grazie Dear

  2. Questo tuo bellissimo racconto mi ha insegnato che a volte un secolo e’ pressoché nulla … hai riavvicinato queste ragazze e magicamente le hai posizionate fuori dal tempo, presenti a noi con le loro storie, con i loro sorrisi … quella seduta sul muretto assomiglia tanto a una signorina che mi pare di conoscere … un altro scherzo del tempo !

  3. Sei davvero grande Dear Miss Fletcher,e ti si addice anche il nome.
    Sono commosso,la pensi proprio come me,varcare il tempo e farlo rivivere,si è proprio così mia Dear,hai varcato le soglie del tempo,in questo caso hai fatto ancora rivivere queste donne alla soglia di quel portone.
    Sono esperienze molto toccanti e noi tutti te ne ringraziamo.
    Mi ritrovo spesso anch’io a spulciare ora un muro ora una strada,ora una scala, in cerca di un qualcosa che mi acqueti nella ricerca dell’infinito.
    Grazie come non mai.

  4. Non sei solo Miss Fletcher ma sei anche un vero Holmes, ti immagino lì in Casaregis mentre studi l’ambiente e sentirti mormorare “Elementary Watson” !!! Ciao bellssima !

  5. Bella la tua idea di riportarle a casa… per noi vedere i luoghi in sovrapposizione è un plus che solo tu riesci a offrire! Deliziosi quegli ammennicoli da appendere alla cintura. Li prenotiamo? Bacioni!

  6. Pingback: Letture per il weekend – VITAINCASA il lato rosa della vita

  7. T’ê vegnûa da-e mæ parte! Bezeugna che me fasse fotografâ davanti a-o mæ porton, chisà che da chi a çent’anni ’n atra Miss a no ghe fasse in pòst…

    Sei venuta dalle mie parti! Bisogna che mi faccia fotografare davanti al mio portone, chissà che tra cent’anni un’altra Miss non ne faccia un post…

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