Giorni felici

“L’immagine che vide riflessa le piacque: occhi blu lucenti, naso diritto, bocca carnosa. La sua pelle era rosea e chiara, ma adesso quando rideva apparivano delle antipatiche rughette che fino a due o tre anni prima non c’erano.
L’anno successivo avrebbe compiuto trent’anni.”.

È la primavera del 1952 a Berlino e questa creatura incantevole è Silvie, la seconda delle ragazze Thalheim: lei è è la protagonista di Giorni Felici, secondo volume della trilogia scritta da Brigitte Riebe dedicata alla storia di una benestante famiglia tedesca, qui trovate la mia recensione di Una vita da ricostruire, primo libro della saga pubblicata da Fazi Editore.
In questi luminosi anni ‘50 la Germania rinasce e con essa la sua economia, i grandi magazzini Thalheim sul Kurfürstendamm berlinese fanno affari d’oro con le loro proposte di moda.
Silvie è una giovane inquieta, ha una tormentata storia d’amore, è una ragazza brillante e di talento, ama sfrecciare per la sua Berlino a bordo della sua Vespa e ha alcune doti mirabili, non le mancano certo intuito e lungimiranza.

“… sin dalla più tenera età riusciva a immaginare praticamente tutto.
Quello era il suo modo di sentire.
Il suo modo di pensare.
E persino il suo modo di agire.”

Con stile garbato ed eleganza così si dipana questa ulteriore vicenda della famiglia Thalheim mantenendo lo sguardo anche sugli eventi della Berlino post bellica e sugli inevitabili legami tra gli abitanti del settore ovest e quelli del settore est.
Il romanzo, tuttavia, ha volutamente gradevoli accenti di leggerezza e pertanto non si dilunga in modo particolare su vicende complesse e drammatiche.
La vita scorre, non senza difficoltà, la Riebe assegna ad ognuno dei suoi protagonisti la propria parte di gioie e di dolori, proprio come accade nella realtà.
Silvie è vivace, ha un’intelligenza curiosa, conduce con successo una trasmissione radiofonica e riuscirà persino ad intervistare il celebre scrittore Heinrich Böll che fa così la sua comparsa in alcune pagine del libro.
Silvie inoltre si occupa anche dell’impresa di famiglia e ha un fratello gemello che è fonte di grandi preoccupazioni.
E per gran parte del romanzo la giovane si ripete certe parole che gettano un ombra di incertezza sul suo futuro:

“Senza un uomo. Senza una casa. Senza un figlio.”

Pagina dopo pagina l’autrice accompagna la sua protagonista e i suoi lettori verso la realizzazione e verso la tanto agognata felicità, non è un percorso semplice e piano, è anzi ricco di ostacoli, di lacrime e di improvvisi colpi di scena.
La trama, ricca e mai monotona, si presterebbe sicuramente a divenire la sceneggiatura di una serie televisiva, le vicende delle sorelle del Ku’damm avvincono e coinvolgono con la giusta gradevolezza, questo romanzo come il precedente è una lettura piacevole e coinvolgente e tra queste pagine già si preannunciano le vicende del terzo volume che conclude la serie.
C’è un momento, nella vita di ognuno, in cui si cercano semplicemente la quiete e la serenità, un traguardo ambizioso e non sempre facile da raggiungere e Silvie Thalheim, ve lo assicuro, lo sa molto bene.

“Era forse troppo pretendere che per una volta le cose andassero bene e basta, per tutta la famiglia e senza eccezioni?
Giorni felici – pensò – è di questo che abbiamo bisogno adesso.”

11 pensieri su “Giorni felici

  1. Questa è una saga che devo recuperare perché da quel che ne scrivi mi ispira molto. Mamma mia, quanti libri e quanto poco tempo… e comunque l’auspicio di giorni felici è perfetto per tutti. Bacioni!

    • Sì, sì, devi assolutamente leggerlo, è davvero una piacevole lettura. Io dovrei invece recuperare il romanzo di Carmen Korn del quale avevi scritto tu tempo fa, mentre scrivo questa cosa sappi che sto pensando che se abitassimo vicine ci scambieremmo i libri e sarebbe un continuo andirivieni di storie tra me e te! Bacioni cara, grazie!

  2. La fortuna la si cerca con le proprie mani.
    Quando l’hai afferrata tienila stretta,possono esserci momenti di tensione che sembrano allentare la morsa,fai finta di nulla volgendo lo sguardo da un’altra parte.
    L a felicità la si trova nelle piccole cose che all’occhio umano sono e restano insignificanti.
    Bel romanzo sono contento così mi basta la tua presentazione Dear.
    Speriamo in un avvenir migliore. George Germount

  3. Pingback: Il tempo della speranza | Dear Miss Fletcher

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