È una di quelle piazzette minuscole dei caruggi, Piazza della Stampa si trova là, nei pressi di Canneto il Curto, a poca distanza da Piazza Stella.
Così semplice, come spesso accade in queste antiche parti del centro storico.
E là, nella piazza dedicata all’antica arte della stampa, ancora si ammirano i resti di un’antica loggia risalente al XIII secolo.
A volte, tutto cambia eppure resiste, potente, la voce del nostro passato.
E ancora resistono quei marmi bianchi e neri e ancora paiono fremere le foglie poste sul capitello della colonna.
Il tempo si ferma, in certi luoghi.
E qui, in Piazza della Stampa, ancora si legge il nome di un certo Stefano Ansaldo accanto ad una data: 9 Aprile 1699.
La lastra marmorea ancora oggi attesta una servitù perpetua di passaggio a favore degli abitanti di certe abitazioni, le questioni di vicinato sono da sempre motivo di discussione e in altre epoche non doveva essere poi tanto diverso, in fondo.
Il cielo così si svela su Piazza della Stampa.
E ad ammirarlo, in questa vaghezza di nuvole che lo attraversa, ci si accorge di essere in un piccolo spazio racchiuso tra le case, così raccolto, modesto e non diresti davvero che questa è proprio una piazza.
È un luogo antico che, come molti altri, custodisce ricordi, sussurri, celebrazioni di nascite di primogeniti tanto attesi e dolorose partenze di giovani soldati.
È un luogo che trattiene, impresse, memorie di giovani spose e di dolcezze perdute.
È un luogo che racconta di traslochi, di scale ripide, di piogge fragorose nelle notti d’inverno, di corse a perdifiato nei caruggi e di finestre spalancate per chiamare quei figli che non tornano mai a casa all’ora comandata.
Sono così i luoghi che appartengono alla vita: trattengono le storie e in qualche momento, prima o poi, qualcuno trova il desiderio di immaginare e di rivivere ciò che è stato.
Così accade, in certi posti.
Così accade nella nostra antica Piazza della Stampa.
Ho descritto alla perfezione l’atmosfera vivace di questa piazzetta e gli echi delle sue voci passate. Peccato che abbiano “soffocato” la loggia, vero? Baci e buon lunedì!
Sì, è un peccato, anche se mi stupisce persino che ci sia ancora. Un bacione cara, grazie!
sì, Miss, il tempo si ferma in certi luoghi… a maggior ragione in questa piazzetta, il cui nome mi fa venire in mente l’adagio: “verba volant, scripta manent”….
Ah sì, assolutamente perfetto questo detto!
Quelle vostre piccole piazze, anzi “quelle piazzette minuscole dei caruggi”, hanno un grade fascino. Questa, per esempio, è un gioiello. Come convivono bene, qui in Piazza della Stampa, le cose che vediamo del mondo di oggi e ciò che resta della bellissima loggia medioevale! E come diventa facile immaginare che, in uno spazio così raccolto, sia ancora possibile incontrarsi e familiarmente comunicare, anche vivendo nella grande “Superba”! Ecco, a Firenze, dove vivo, abbiamo, sì, piazze meravigliose, le piazze storiche che tutto il mondo conosce ma, nel vissuto quotidiano, queste sembrano appartenere ormai soprattutto ai turisti. Sono pochissime, invece, purtroppo, quelle piccoline, rimaste o sopravvissute ai bombardamenti nel centro storico, nella zona di Ponte Vecchio, per esempio. Così, ti sono doppiamente grata, dear Miss, per queste immagini.
La tua meravigliosa Firenze e un autentico gioiello, cara.
Grazie di cuore delle tue sempre dolci parole, ogni volta è una gioia leggerle.
Le mie amiche un anno fa restarono affascinante dal dedalo di piazzette e vicoletti. Quei caruggi a volte larghi appena quanto un corpo umano, le piazzette che paiono stanze d’appartamento senza tetto. Le finestre di case una fronte all’altra così accostate da poter passare da una all’altra scavalcando il davanzale! Fantastica Zena! Ciao Miss dispensatrice di cultura, ti adoro!
Fantastica davvero, tu hai trovato le parole perfette, caro Mario. Buona serata a te e grazie!
Dear Miss sei come una mamma ucellino che piano piano un poco alla volta ci imbecchi gli splendori della antica Zena.Solo un bravo regista sa raccontare le vicende della vita dei carrugi e dei posti più nascosti come fai tu.
Sai?Mi hai fatto riflettere sull’andare e rinvieni delle levatrici che a tarda notte venivano ad assistere le partorienti e salivano spesso le anguste scale e spesso il tenero bambino era già nato.
Grazie sempre Dear Miss Fletcher Dio ti benedica.
Eh sì, che bel pensiero il tuo, commovente pensare alle levatrici.
Grazie Mauro, buona giornata a te.
Angoli-gioiello a Genova … grazie Miss
Grazie a te!