E ritorno a portarvi nel passato, cari amici, oggi ho qui per voi una notizia fresca fresca tratta dal quotidiano Il Lavoro del 13 Settembre 1908.
Dunque andiamo insieme a scoprire cosa è accaduto nella strada più centrale della città: Via XX Settembre è la via dell’eleganza fastosa e delle nuove architetture.
I genovesi che vivono in questo 1908 hanno veduto questa parte della città mutare radicalmente e divenire nuova e differente, la prospettiva dei palazzi di Via XX Settembre è una bellezza imperdibile e molto apprezzata da tutti.
E là, sotto i grandiosi portici della via, ecco altri regali della modernità: i cinematografi, che magnifica invenzione!
Tutto bene, quindi, direte voi.
Eh no, cari lettori, l’affabile cronista del celebre quotidiano esprime puntualmente il suo totale disappunto per ciò che ogni giorno si vede nella bella arteria genovese.
Ah questi cinematografi creano un certo disordine e un notevole trambusto che contrasta con l’eleganza della via, perbacco!
È tutto un tintinnare di campanelli e un rumoreggiare continuo, non parliamo poi delle maschere che fermano i passanti, per carità!
E quando poi finiscono gli spettacoli Via XX Settembre si intasa e non si riesce più a passare.
E accidenti poi a quei maledetti manifesti appesi qua e là, è uno sconcio inenarrabile e tra l’altro a volte sono pure sgrammaticati, che roba!
Ebbene, tutto questa caotica situazione è a dir poco indegna, scrive ancora il giornalista.
Dove sono finiti il buon gusto, il senso estetico e il sacrosanto decoro?
A tutto ciò si aggiunge un’altra novità e ne è colpevole il Cinematografo Moderno, tanto per parlar chiaro.
Allora, sapete cosa si sono andati ad inventare quelli del cinematografo?
Ah, bella roba, sul giornale si legge che quelli del cinema hanno impiantato nel loro locale a livello dei portici un carozzello incrociatore, così si legge sui manifesti.
Questo ambaradan di affare altro non è che una specie di giostra sgradevole e pure chiassosa, il giornalista non ha remore e la definisce senza riserve nel seguente modo: un cumulo di cassoni usati caracollanti su rotaie impiastricciate di robaccia puzzolente.
Ecco lì!
Il cronista conclude chiosando che andando avanti di questo passo, Via XX Settembre diventerà una sorta di fiera permanente con attrazioni di tal fatta e tanti cari saluti all’eleganza della principale strada genovese.
Io, da questo lontano 2020 vorrei mandare un affettuoso saluto al cronista e mi viene da sorridere pensando che i tanto deprecati e sgrammaticati manifesti oggi sono la gioia dei collezionisti dei nostri giorni, quando ne scorgiamo qualcuno su certe vecchie vecchie cartoline cerchiamo in ogni modo di decifrarlo e di capire cosa c’è scritto!
E non parliamo poi del carozzello incrociatore, caro signor giornalista, sarei più che felice di avere una fotografia di quell’ambaradan di cassoni!
Il tempo scorre ma Via XX Settembre è ancora una delle strade più amate da noi genovesi e la prossima volta che ci passerò di certo mi verrà in mente quella strana giostra del Cinematografo Moderno.